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Vite ceraiole: la storia di Vittorio Baldelli in un incontro a San Benedetto

“Vite ceraiole. In ricordo di Vittorio. A vent’anni dalla scomparsa di Vittorio Baldelli, selciarolo, cepparolo e batoccolaro, Capodieci”. La sua vita in un incontro promosso da alcuni amici e santubaldari che si terrà sabato 29 aprile, alle ore 17 presso la sala conferenze della Scuola di specializzazione beni storici artistici nel complesso di San Benedetto. L’iniziativa è stata patrocinata da Comune, Università dei Muratori, Compagnia dei Campanari del palazzo dei Consoli di Gubbio, Centro di documentazione e studi sulla Festa dei Ceri “Adolfo Barbi”.

Selciarolo invece di scalpellino: questa la definizione che preferiva Vittorio Baldelli, che aveva passione per il suo mestiere, un mestiere antico da riscoprire e valorizzare. Cepparolo e batoccolaro: ha svolto questa attività con profonda passione e abilità dal 1959 al 1984, contribuendo alla fondazione della Compagnia dei Campanari delpalazzo dei Consoli, con particolare cura per la torretta campanaria e il campanone, provvedendo nel 1979, insieme ad alcuni campanari, alla sostituzione del ceppo del campanone. Capodieci: il ricordo del suo grande spessore come ceraiolo e Capodieci, oggi è quanto mai utile per riassaporare l’atmosfera dei Ceri degli anni ’60 e ’70, anni in cui i Ceri ebbero una grande evoluzione e nuovo impulso.

Durante l’incontro ci sarò modo di condividere le foto della prosecuzione della mostra fotografica dal titolo “Vittorio Baldelli il Capodieci“ e i Ceri degli anni ‘60 e ‘70”, promossa dal figlio Giovanni presso la Casa di Sant’Ubaldo nel 2008.

Il dibattito si svilupperà attraverso gli interventi di chi ha condiviso con Vittorio i momenti più belli e memorabili di quegli anni. Questa è la prima di una serie di iniziative per ricordare altri ceraioli, muratori e campanari. Lo scopo è ricordare per provare a capire il senso vero della festa: fede, appartenenza, identità, passione, amicizia, rispetto.