Pd e 5 Stelle uniti per la pelle, specialmente dopo il successo elettorale in Sardegna che ha contribuito a far passare in secondo piano quel che i grillini hanno sempre detto dei piddini (il partito di Bibbiano e le banche che, con gli altri, ha contribuito a rovinare l’Italia), e a Perugia si cerca di incollare i due partiti cardine della sinistra con i LeD e gli altri (il Psi si accoda facilmente, poi ci sono il Cantiere sociale del tandem Goracci-Tognoloni, Gubbio Città Futura e i comitati ambientalisti).
La novità è che si è aperta una trattativa per un nome alternativo ai LeD che non sia espressione della Giunta Stirati. Viene rilanciato il nome del socialista Marco Bellucci, già anticipato a suo tempo da vivogubbio, ex assessore con Diego Guerrini sindaco. Questa candidatura è stata messa sul tavolo per superare quella del vicesindaco Alessia Tasso che si è indebolita dopo gli ultimi siluri della segreteria del Pd eugubino.
In questa storia prova a giocare un ruolo decisivo il sindaco uscente Filippo Mario Stirati che si ritrova a metà strada tra la difesa dei LeD e dei suoi 10 anni di governo e la richiesta di discontinuità, che sostanzialmente sa di bocciatura, da parte delle forze politiche attualmente all’opposizione, come Pd e 5 Stelle (oltre a Città Futura). Stirati è il primo impegnato a tessere la tela con le segreterie perugine perché in ballo non c’è soltanto il futuro dell’Amministrazione Comunale ma anche la sua candidatura alle prossime elezioni regionali che ha bisogno di un sostegno quanto più largo possibile, evitando con ogni forza che vi siano da Gubbio altri candidati eugubini del centrosinistra. Un bel rebus conciliare tutto. Sorprende in settori del centrosinistra l’asse che si sta determinando tra Pd, Città Futura e il tandem Goracci-Tognoloni al di là delle confidenze private dell’ex sindaco di non ricandidarsi (in attesa di sue dichiarazioni pubbliche ufficiali).
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