Da ieri mattina (giovedì 10 agosto) un altro tir straniero, con autista dalla patente lituana, ostruisce la vecchia strada a valle della Contessa, come anticipato da vivogubbio.com. Si può dire che tiene in “ostaggio” da oltre 24 ore una bretella vitale per quanti risiedono nella zona, immaginando cosa possa succedere in caso di necessità dei soccorsi.
Non si è stati in grado di disporre la rimozione forzata del pesante mezzo incastrato nel solito “budello” della carreggiata ristretta, impossibilitata a far transitare certi autoarticolati che insistono ad avventurarsi anche per una segnaletica scarsamente esplicativa come denunciato dagli stessi residenti e quanti transitano, al di là delle versioni ufficiali.
Il giallo della rimozione ha tenuto banco per ore. L’autista se l’è cavata con 70 euro di multe e ha atteso disposizioni dalla proprietà del mezzo pesante per autorizzare un qualsiasi intervento rendendosi indisponibile a pagare alcuna tariffa a quanti erano disponibili a trainarlo per farlo uscire da quel tratto, ivi compresi i vigili del fuoco. Ha atteso un mezzo di soccorso che ieri pomeriggio è giunto sul posto ma ha ritenuto che non ci fossero le condizioni per operare ed è quindi tornato indietro, così in mancanza di autorizzazione da parte della ditta di trasporti di qualsivoglia intervento il mezzo ha praticamente “occupato” una strada pubblica di passaggio decidendo di rimandare di ore e ore l’intervento per la rimozione.
Comune e Anas sono finite ancora una volta nelle bufera con critiche feroci da parte di residenti, operatori economici della zona e opinione pubblica per la gestione allucinante della viabilità alternativa in presenza dei lavori sul tratto principale che è chiuso ormai dal 17 aprile scorso e lo sarà almeno fino a dicembre, stando a quanto annunciato da Anas.
Si profilano esposti alla Procura della Repubblica di Perugia per denunciare i pericoli di una gestione del genere dal momento che ogni passaggio di un tir comporta un blocco che mette a rischio anche la vita di quanti vivono e lavorano in quella zona, poiché i mezzi di soccorso quando si blocca la strada (come si sta verificando ripetutamente) non riescono a transitare.
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