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Trucchi in Consiglio Comunale per garantire il numero legale e approvare gli atti

La sala Consiliare di palazzo Pretorio

La politica riesce sempre più spesso a dare il peggio di sé, contando sul fatto che i cittadini sono spesso ignari, non si documentano oppure si disinteressano completamente di certe situazioni, pronti solo a farsi coinvolgere nella richiesta dei voti quando c’è la campagna elettorale con i candidati di turno che diventano piazzisti di promesse e ideologie a buon mercato.

Ci sono pratiche scandalose che rischiano di passare inosservate se non ci fosse chi, con un moto di coscienza, sceglie di rivelare ed esternare situazioni che mettono in luce certi comportamenti e come vengono usate le istituzioni e i consessi istituzionali che ricadono sulla vita e le tasche della popolazione.

Dai banchi del Consiglio Comunale di Gubbio, di maggioranza e opposizione, arrivano indiscrezioni e mal di pancia sugli escamotage per andare avanti e nascondere i problemi di tenuta dell’assemblea consiliare e in particolare della coalizione del sindaco Filippo Mario Stirati.

Nella seduta di giovedì scorso, 31 marzo, la maggioranza ha votato la modifica di tre articoli del regolamento del Consiglio Comunale. Ora anche fuori dallo stato di emergenza, i consiglieri possono partecipare alle commissioni, alle conferenze dei capogruppo e pure ai lavori in aula attraverso la forma mista, ovvero sia in presenza che da casa o in ufficio con il collegamento streaming. Naturalmente è sempre garantito il gettone di presenza, anche se la presenza in concreto non c’è e dall’esterno naturalmente nulla vale se non il momento del voto.

Proprio qui sta l’escamotage, che serve a chi ha bisogno di avere garantiti i numeri per mantenere il numero legale e soprattutto per far passare gli atti messi in votazione.

Il consigliere comunale Angelo Baldinelli del Gruppo Misto ha proposto, saggiamente, che qualora ci sia il collegamento a distanza chi decide di seguire da casa oppure in ufficio attraverso lo streaming (magari mentre lavora pensando e facendo altro), dovrebbe opportunamente farlo tenendo la videocamera accesa, perché succede spesso e volentieri che quelli che seguono in streaming hanno la telecamera spenta e l’accendono solamente per votare. La proposta non è passata.

C’è chi racconta episodi imbarazzanti, come proprio nella seduta di giovedì scorso 31 marzo durante il dibattito con l’ultimo atto da votare, intorno alle ore 21.30, quando in sala Consiliare erano presenti solamente undici consiglieri su venticinque (compreso il sindaco Stirati che come noto ha diritto di voto) perché se n’erano andati in diversi.

Dal video si vede che nessuno era collegato, a parte il vicesindaco Alessia Tasso che rispondeva a un atto presentato dal consigliere di maggioranza Francesco Zaccagni dei Socialisti.

Quando la maggioranza si è resa conto che mancava il numero legale, essendoci solo undici consiglieri in aula e nessuno collegato da casa e quindi l’atto non poteva essere votato, come per magia nel giro di pochi secondi si sono accese alcune videocamere e c’è chi si è precipitato per poter garantire la validità del voto.

Basta controllare il link dell’ultima parte del Consiglio Comunale dove sta per concludere il suo intervento il vicesindaco Tasso: si vede chiaramente che nessuno è collegato da casa o dall’ufficio.

Il presidente del Consiglio Comunale, Stefano Ceccarelli, stipendiato per dirigere il traffico in aula e a distanza, ha proceduto al conteggio facendo presente che in quel momento i presenti erano undici, incluso Stirati, e che per approvare l’atto serviva il 50 per cento più uno dei consiglieri, ovvero tredici.

Come d’incanto, dopo pochi secondi, sono cominciati ad arrivare i collegamenti (c’è un addetto al reclutamento?). Ceccarelli ha aggiunto agli undici anche i quattro che a distanza si sono improvvisamente materializzati. Per ricostruire l’allucinante vicenda basta seguire il link https://gubbio.halleymedia.com/live175-Consiglio-Comunale?seek=26992.