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Trasporti pubblici, nuovo metodo regionale sul fabbisogno. Gubbio ci guadagnerà

Bus in piazza Quaranta Martiri

Buone notizie per Gubbio dal prospettato nuovo metodo per quantificare il fabbisogno di servizi di trasporto dei Comuni, superando l’attuale criterio di ripartizione. La Giunta Regionale ha deciso di superare lo stallo relativo al metodo di ripartizione delle risorse, indicato nel Piano regionale dei trasporti 2014-2024 e mai messo in pratica per il mancato via libera da parte dei sindaci: ad alcuni infatti, il nuovo metodo garantirà più risorse, mentre per altri ci sarà una riduzione significativa.

Le risorse del Fondo nazionale vanno ai Comuni con più di 12mila abitanti, che in Umbria in tutto sono 18. Perugia, che da molti anni chiede una revisione del meccanismo sostenendo di ricevere poche risorse, passerebbe dal 36,89 per cento del totale al 41,79 per cento; Terni dal 18,9 al 17,9; per Spoleto c’è quasi un dimezzamento (dal 9,6 al 5,08 per cento), Città di Castello passerebbe dal 7,18 al 5,12 per cento, Foligno dal 6,23 al 6,4 per cento, Orvieto dal 4,5 al 2,6 per cento, Assisi dal 3,6 al 4,8 per cento. E poi ancora: Todi dal 3,5 al 2,07 per cento, Gubbio dall’1,8 al 3,8 per cento, Gualdo Tadino dall’1,5 allo 0,6 per cento, Narni dall’1,2 al 2,5 per cento e Marsciano dallo 0,7 all’1,1 per cento.

Umbria Mobilità, nel frattempo trasformata in Agenzia regionale, ha messo a punto il criterio di suddivisione dei soldi del fondo tra servizi urbani ed extraurbani: ai primi andrà il 54,6 per cento, una quota molto simile alla situazione attuale.

La mossa della Regione s’inserisce nel quadro della nuova gara relativa al Tpl che non sarà articolata più su un bacino unico ma su quattro lotti. Il metodo attuale “è basato – scrivono dalla Regione – su criteri non obiettivi”, che sono il “frutto di stratificazioni avvenute negli anni e non adeguatamente calibrati sull’effettivo fabbisogno di servizi di trasporto”.

Il risultato è quello di aver alimentato “un’offerta di servizi sperequata e in alcuni casi sicuramente sovrabbondante rispetto alla reale domanda”. Quello che si vuole introdurre è invece basato “su indicatori prevalentemente di tipo trasportistico, obiettivi e analitici”, prendendo in considerazione “le variabili più rappresentative del fabbisogno di servizi di trasporto, come gli indicatori territoriali, demografici e socio-economici, gli indicatori relativi a poli attrattori e soprattutto gli indicatori di mobilità, assegnando all’indicatore relativo al numero di spostamenti interni con mezzi pubblici il peso prevalente (circa il 50 per cento) ritenuto a livello tecnico più appropriato in quanto più rappresentativo del fabbisogno di trasporto urbano”.