Forte presenza di artisti eugubini alla seconda edizione della mostra “Tradizione Contemporanea”, dedicata alla tecnica ceramica-moderna e antica, al Museo Opificio Rubboli di Gualdo Tadino. La mostra è a cura dell’architetto e artista gualdese ed eugubino d’adozione Nello Teodori. L’esposizione è una delle quattro sezioni della Triennale della Ceramica d’Arte Contemporanea di Gualdo Tadino 2021/2022 organizzata dall’associazione Pro Tadino, presieduta da Carlo Giustiniani, e dall’Amministrazione Comunale.
Sedici artisti si sono messi alla prova con la tecnica della ceramica a lustro, realizzando opere inedite. Si tratta di Barbara Amadori, Lucia Angeloni, Michele Baccarini, Catia Ceccacci, Chiara Demegni, Paolo Fabiani, Marino Ficola, Roberto Fugnanesi, Cinzia Lega, Manifattura Sottosasso (Marco Malavolti e Lorella Morgantini), Giovanni Mengoni, Graziano Pericoli, Paolo Porelli, Karin Putsch-Grassi, Nello Teodori e Maurizio Tittarelli Rubboli.
Al
progetto hanno collaborato Rolando Giovannini, Marinella Caputo e il
Museo Opificio Rubboli, la cui associazione tutela la prestigiosa
tradizione della manifattura gualdese fondata da Paolo Rubboli nel
1873.
La scelta curatoriale, ideativa e concettuale, è stata
quella di coniugare la tradizione della pratica del lustro, tecnica
cinquecentesca, con la realizzazione di oggetti in ceramica,
espressione dell’ideazione e della creatività contemporanea. Le
opere in terracotta, abbinata in alcuni casi ad altri materiali, sono
state iridate da Maurizio Tittareli Rubboli, in questo caso, con
lustro in vernice. La gamma cromatica tradizionale è stata
rispettata, nell’impiego delle tre tinte tipiche della manifattura
Rubboli: blu di Sèvres, raramente abbinato al blu China, oro e rosso
rubino. Procedimenti antichi, sapienza tecnica, libertà espressiva e
ricerca hanno dato vita a una collezione di oggetti inusuali e dagli
effetti cangianti. Un progetto di forme e di luce in uno spazio
espositivo che mantiene la connotazione di un luogo di lavoro reale,
dove i torni e le muffole sembrano non essersi mai fermati. Gli
oggetti in mostra dialogano con questa dimensione atemporale
dell’opificio, tra passato e presente, tra antichi saperi e nuovi
linguaggi.
Hai domande?
Trovaci sui social o Contattaci e ti risponderemo il prima possibile.