E’ tornato dopo due anni di silenzi e rimpianti il primo rito della festa dei Ceri con il ritrovo in basilica, sul monte Ingino, per riportare i Ceri in città. I ceraioli si sono dati appuntamento sotto l’urna del patrono Sant’Ubaldo per la messa celebrata dal cappellano dei Ceri, don Mirko Orsini che nell’omelia ha voluto un forte richiamo al ritorno della festa nel segno dell’amore per il santo che veglia sulla città.
“E’ emozionante – ha detto – passare da due anni di silenzio a questo brusio in cui non si capisce nulla, è bello così. E’ un giorno molto bello perché è domenica, perché la Chiesa celebra ancora la Resurrezione e perché è la prima domenica di maggio. Riportiamo i Ceri in città non per fare una passeggiata ma per l’omaggio a Sant’Ubaldo, ricordiamoci che i Ceri partono da Sant’Ubaldo e tornano a Sant’Ubaldo alla vigilia della sua morte. Non ci dimentichiamo che quello che celebriamo non è solo il nostro sforzo ma l’amore per Sant’Ubaldo. Questo periodo storico che abbiamo vissuto non ci ha aiutato, quando si è sotto tensione e non si vede la speranza l’uomo torna indietro. Questo è il momento in cui non va messo l’orologio indietro di tre anni, ma va messo oggi perché la vita va avanti. Siamo a chiamati a gettare la rete in mare da un’altra parte perché altrimenti non pescheremo nulla, siamo chiamati a buttarla sulla parola del Signore e sulla vita di Sant’Ubaldo sennò le reti rimarranno vuote. Siamo chiamati a gettare le reti oggi se volete pescare. Dobbiamo riprendere con coraggio da risorti la nostra festa dei Ceri, ma in onore di Sant’Ubaldo e dev’essere scritto nelle nostre menti. E’ bello ritrovare i Ceri anche Mezzani e Piccoli perché ci sono ragazzi e bambini a cui sono mancati. Ho visto un bimbo di poco più di quattro anni che alla vista di uno stendardo ha chiesto alla mamma cosa fosse. Dobbiamo ricominciare”.
I Ceri tornano in città trovando posto, come tradizione, nella sala dell’Arengo del palazzo dei Consoli in attesa del 15 maggio.
Le mascherine e il divieto di organizzare banchetti in luoghi pubblici caratterizzano le regole espresse dal sindaco Filippo Mario Stirati nell’ordinanza concordata con il prefetto, il questore e il Tavolo ceraiolo in relazione alla gestione della pandemia.
I ceraioli si sono comunque organizzati per il pranzo, con ritrovi in spazi privati per gruppi fino a oltre cento presenze.
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