Un diploma per suor Angela. Lo voleva fortemente e l’ha ottenuto dopo un lungo percorso di studi passato anche attraverso la vocazione e la missione di religiosa che l’ha portata a girare l’Italia. L’hanno festeggiata le sorelle e i bambini ospiti della Casa Famiglia Santa Lucia che adesso ancor meglio la chiamano maestra. L’esame di maturità era la tappa obbligata. Lei ha voluto affrontare l’ostacolo e ce l’ha fatta a superarlo dopo l’ultimo anno trascorso sui banchi della quinta sezione C delle Scienze umane al polo liceale “Giuseppe Mazzatinti”.
Il percorso s’è completato sabato mattina con la prova orale che è filata via per la religiosa guatemalteca, dal settembre 2019 alla Casa Famiglia Santa Lucia buon rifugio di bimbi e ragazze madri. In mezzo ci sono le storie di vita e le vicende personali, come quella di suor Angela che ha voluto prendere il diploma. «E’ stato l’anno scolastico più difficile – racconta -, anche per l’emergenza coronavirus. Sono riuscita a condensare questo cammino di studi che voglio mettere a frutto. Noi abbiamo la scuola materna e dunque era anche una necessità prendere il diploma. Ho fatto una bella esperienza, sono stata accolta bene dal preside Maria Marinangeli, dagli insegnanti e dai compagni di classe. La materia preferita è la letteratura italiana, mentre non vado molto d’accordo con l’inglese. Io parlo lo spagnolo e il dialetto regionale di San Luis, la città da dove vengo, nel dipartimento di Petén famoso perché culla della civiltà Maya. Non conoscevo l’Italia e la missione vocazionale mi ha portato qui. Il futuro non dipende da me, decide la madre generale che oggi è suor Maria Silvia Agnoletto».
In realtà lei si chiama Olivia, infatti Angela c’è diventata quando ha preso i voti con la Congregazione della Suore Domenicane di San Sisto, scegliendo questo nome da suora. Ha 36 anni e in Italia è approdata nel 2006 per cominciare la missione all’Opera Mater Dei, la casa di formazione romana di Castel Gandolfo. Si è poi divisa tra Gubbio nel 2007 per un anno, quindi Catania, ancora due anni a Gubbio e poi a Firenze, fino a tornare a Santa Lucia dove madre Dorotea Mangiapane, che dirige l’istituto, è stata la prima a spingerla a completare gli studi. “Ho frequentato fino alla terza media nel mio Paese – spiega – e a Firenze ho sostenuto anche un corso per assistenza agli anziani. Il diploma serve per rendersi utili e per una soddisfazione personale. Non la conoscevo l’Italia e in questi anni ho imparato ad apprezzarla. L’ambiente somiglia al nostro tranne quando fa freddo. A Gubbio si vive bene, è una piccola realtà e la sento su misura”.
A scuola ha vissuto intensamente e la prova d’esame l’ha vista rispondere alle sollecitazioni della commissione, formata dal presidente marchigiano Leano Garofoletti e i docenti Luigi Girlanda, Adriana Polidori, Francesco Rosati, Rita Fiorucci, Alessia Ottaviani ed Eleonora Scassellati.
Si è misurata con il senso del sacro e la tutela della libertà religiosa riconosciuta dalla Costituzone, il pensiero di Kierkegaard e la riflessione del filosofo sullo stadio esistenziale della fede, la poesia di Ungaretti, il romanzo Oliver Twist di Dickens e l’arte di De Chirico, fino alle proteine e l’esperienza durante il lockdown coi bambini della Casa Famiglia Santa Lucia. Si è lasciata andare a un sorriso, alla fine, per la soddisfazione di aver compiuto un’altra missione.
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