Come le bombe a orologeria: prima Filippo Mario Stirati e poi i LeD (Liberi si fa per dire e Democratici men che meno). Si sono messi d’accordo studiando tempi e modi per sferrare attacchi concentrici alla libertà di stampa e intimidire i giornalisti. Per fortuna non hanno trascinato in questa corrida elettoralistica Scelgo Gubbio, Socialisti Civici Popolari e Democratici per Gubbio che hanno evidentemente più intelligenza e giudizio.
I LeD si ergono a paladini del “portare avanti azioni di tutela della salute dei cittadini e dell’ambiente sostenendo studi scientifici rigorosi, quale quello relativo al monitoraggio sulla qualità dell’aria con la consulenza dell’università La Sapienza e con il Cnr. Parlare di soldi buttati via è un’offesa per la città e per il diritto dei cittadini a vedersi tutelati nel rispetto del bene primario della salute”. Alla tutela della salute pensano le strutture sanitarie (nonostante la politica ci metta le mani e facendo spesso i danni) e gli organismi pubblici di controllo come Arpa, pagata con i soldi dei cittadini e che monitora la qualità dell’aria sul territorio ogni giorno con cinque centraline, peraltro a suo tempo pagate dai privati come volle l’allora sindaco Orfeo Goracci che i LeD inseguono sul terreno delle contraddizioni e della caccia ai voti.
I LeD come Stirati delegittimano di fatto Arpa: perché spendere 173mila euro di soldi pubblici in un altro monitoraggio-studio quando ci sono già gli strumenti di controllo e tutela quotidiana già pagati dai cittadini? Perché spendere soldi pubblici in ricorsi ideologici e a scopi elettoralistici che oltretutto fin qui sono stati tutti persi? Forse per accontentare i “goracciani” e i grillini giustizialisti e protettori delle cause popolari a fasi alterne?
La Corte dei Conti dell’Umbria potrebbe porsi queste domande promuovendo un’approfondita indagine – con documenti e testimonianze come avvenuto per altre vicende del passato – per capire cosa c’è realmente dietro questa strategia politicamente motivata dalla tutela della salute dei cittadini già tutelati e garantiti dal sistema sanitario e di prevenzione pubblico.
I LeD fanno campagna elettorale sulla pelle degli eugubini tutto l’anno, specie adesso che manca un anno al rinnovo dell’Amministrazione Comunale e vogliono continuare a tenere le mani sulla città eleggendo un altro sindaco e mandando quello attuale in Regione. Potere per il potere, nella lotta a sinistra di cui Gubbio soffre da oltre trent’anni tra personalismi, carrierismi, strapuntini e vitalizi. La città paga un prezzo altissimo alla quiete sociale e allo sviluppo perché l’attività politica preferita dai LeD, nel solco dei modelli del passato (anche quelli che hanno leso l’immagine e l’onorabilità della città con i cittadini a subirne le conseguenze), continua a essere quella dell’attacco scriteriato a chi produce economia e a chi fa informazione.
C’è curiosità di sapere se una giovane candidata sindaco in pectore come Alessia Tasso, 33 anni, vicesindaco ingegnere con una carriera bene avviata nella pubblica amministrazione e ambizioni da dirigente pubblico, possa davvero diventare l’erede e candidarsi ad amministrare Gubbio con quest’Armata Brancaleone intrisa di ideologia e livore sociale. Alessia Tasso è figlia dei LeD, perfino imparentata coi LeD, e non sappiamo quanto tutto questo giovi al suo stile e alle sue prospettive personali e politiche.
Se Leonardo Nafissi, altro candidato sindaco in pectore, punta a riunificare la sinistra, mettendo assieme LeD e Pd (fratelli coltelli: i LeD sono nati proprio da transfughi del Pd), e magari pure il Movimento 5 Stelle che ha virato a sinistra e ormai più poltronaro di quelli che ha indicato come il male assoluto per trent’anni (cioè i vecchi partiti, compreso il Pd e derivati), i chiari di luna non promettono nulla di buono.
“C’è una strategia politico-aziendale portata avanti in città per contrastare tutti coloro che, non piegandosi a interessi di parte, chiedono semplicemente che la salute delle persone venga rispettata e tutelata”: ci vuole un bel coraggio da parte dei LeD a parlare di strategie fuori dalla loro, chiarissima a tutti, che si traduce nella lotta di classe e nello sperpero di denaro pubblico visto che oltre ai soldi sprecati per i tarli ambientalisti con risvolti elettoralistici ci sono quelli del Puc di San Pietro, la discarica di Colognola (a proposito di ambiente che per i LeD è solo quello che gli fa comodo) e la Gubbio Cultura e Multiservizi Srl.
I LeD dicono di rispondere “solo ai cittadini”: evidentemente solo ai cittadini che li votano e non a tutti, perché la città ha bisogno di pace sociale per la crescita, l’occupazione, il progresso e l’apertura mentale e non per le battaglie di retroguardia.
Chiedere che “con forza venga detto agli eugubini quali sono le fonti di finanziamento alla base degli organi di informazione eugubini”, come scrivono i LeD, significa irrompere nelle attività private e professionali, tornare ai metodi stalinisti tipo Russia (che oggi per comodità hanno scaricato mantenendo inevitabilmente certi rigurgiti). Sono i LeD e Stirati a dover giustificare come spendono i soldi pubblici, non i privati a rispondere delle proprie attività. È per questo che esiste la Corte dei Conti: controlla solo loro e non certo i privati, che per fortuna spendono come vogliono i loro denari dovendo rispondere solamente a se stessi. Inoltre, è curioso che i LeD chiedano di sapere cosa c’è davanti o dietro qualcosa di privato quando non hanno neanche il coraggio di mettere i nomi e cognomi su un comunicato stampa: magari qualcuno più saggio potrebbe sfilarsi se dovesse firmarlo.
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