“Trascorso qualche giorno dalla conclusione della quinta edizione del Festival del Medioevo – scrive il sindaco di Gubbio, Filippo Mario Stirati -, mi preme fare una valutazione pubblica generale sull’enorme successo che la manifestazione sta riscontrando nel panorama dei grandi eventi nazionali ed internazionali capaci di approfondire temi di alto profilo e, al contempo, di coinvolgere un vasto pubblico grazie a un format ed un linguaggio semplici. Grande merito in tal senso va al direttore artistico del Festival,. Federico Fioravanti, che sta riuscendo di anno in anno ad impreziosire ogni edizione con ospiti e relatori di fama mondiale in grado di affrontare un tema di fondo che, pur partendo dal periodo storico medievale, si interseca nella contemporaneità fornendo numerosi spunti di riflessione. E’ per me motivo di grande orgoglio poter riscontrare, dopo il primo mandato dell’Amministrazione,come la scelta di investire sull’immagine di Gubbio nel mondo attraverso progettualità di alto livello quale è il Festival del Medioevo, sta portando ottimi risultati a tutta la collettività a cominciare dal segmento turistico, senza dimenticare i percorsi museali e tutto il mondo dell’associazionismo culturale (quartieri, Maggio Eugubino, mestieri ecc) che ne beneficiano in termini di rafforzamento della propria identità e del proprio valore nel contesto cittadino. Fu cinque anni fa una scelta coraggiosa quella di sperimentare per la prima volta una manifestazione che avesse come cuore pulsante quello della convegnistica su un tema, il Medioevo, spesso considerato marginale e di difficile lettura. L’idea dell’associazione Festival del Medieovo è stata fatta nostra a cominciare dal professor Augusto Ancillotti, poiché fermamente convinti che Gubbio fosse il contesto ideale in termini culturali ed architettonici per fornire le ali ad un format ambizioso. Eravamo persuasi che l’investimento più significativo per lo sviluppo economico e turistico eugubino dovesse passare per un prodotto forte ed incisivo che prima di tutto andasse a scolpire Gubbio nell’immaginario comune quale la più bella città medievale. La bellezza della nostra città oggi non è dunque solo tangibile da qualche immagine del centro storico ma è percepibile nella sfera culturale mondiale quale riferimento consolidato del sapere storico, del fare manuale e della ricerca. Il lento percorso dalla prima edizione del Festival ad oggi mi permette di leggere con soddisfazione quanto sia stata strategica la scelta di investire risorse in questa direzione, per quanto sembrasse azzardato puntare sull’immateriale. E’ altresì oggi tangibile quanto operazioni come la mostra Gubbio al tempo di Giotto ed il Festival del Medioevo abbiano dato un respiro nuovo a Gubbio ed alla sua economia che può e deve contare su una risorsa prima e rarissima di cui è necessario essere consapevoli: la cultura declinata in millenni con caratteri eccezionali e con un ruolo da protagonista. Dunque, che la volontà dell’Amministrazione sia ferma nel proseguire il percorso tracciato lo dimostra la straordinarietà dell’investimento diretto nel format “Festival” impegnando € 50.000 verso l’associazione Festival del Medioevo, € 28.000 per le spese di animazione, eventi collaterali, sicurezza e gestione della struttura senza tralasciare lo straordinario apporto del personale pari ad € 10.500 e la collaborazione con il Gal Alta Umbria che ha riversato 20.000 euro. E’ necessario parlare di numeri per capire come il Comune di Gubbio non sia un semplice sostenitore della manifestazione ma un decisivo protagonista e il coraggio della scelta va misurato a fronte delle sempre più marcate difficoltà finanziarie che connotano la vita dei Comuni in questi ultimi anni. Vorrei però chiudere con un appello esteso al mondo produttivo del nostro territorio che auspico possa ritenere essenziale compartecipare alle spese per un evento che come detto va al di là degli ottimi risultati in termini ricettivi e che può permetterci di consolidare l’immagine di Gubbio a livello internazionale”.
Un grazie infine a tutti: all’abilità dell’artigiano che spiegava la sua arte a colpi di martello, ai ragazzi dell’alternanza lavoro, al figurante che ha sfilato, alla bandiera tirata in aria con maestria, alla freccia scoccata dalla balestra e a tutti coloro che dall’inizio hanno creduto in Gubbio come la più bella città medievale”.
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