Deve sgomberare il prefabbricato entro tre giorni dalla notifica dell’ordinanza consegnata martedì scorso all’eugubino Bruno Cerbella che si ritrova in una situazione difficile, dicendosi pronto a battagliare in ogni sede. Vive in un’area ceduta dal Comune di Gubbio alla Caritas, che nella zona del Coppiolo alle porte della città gestisce l’Aratorio Familiare, compreso un fabbricato dove si fa accoglienza e sono ospitati diversi migranti. Ora la Caritas, diretta dal sacerdote Roberto Revelant, ha deciso di segnalare al Comune la situazione di quel prefabbricato che vorrebbe demolire. Il sindaco Filippo Mario Stirati firmato il 13 agosto scorso l’ordinanza di sgombero per motivi igienico-sanitari, ma Cerbella non intende muoversi e l’impugnerà, mentre ha già presentato querela contro il Comune e la Caritas per abuso d’ufficio e omissione d’atti d’ufficio: era previsto che gli venisse garantita una sistemazione alternativa prima di qualunque sgombero.
CASO APERTO. La vicenda va avanti dal 2016 quando la Caritas ha cominciato a segnalare, con altri successivi interventi, la situazione del prefabbricato abitato da Cerbella e ritenuto “un ostacolo evidente alla realizzazione del centro di accoglienza”, denunciando che porta degrado e costituisce una situazione di rischio igienico. Nello stabile di proprietà della Caritas sono in corso i lavori di ristrutturazione e sul piazzale antistante c’è questo vecchio prefabbricato presumibilmente collocato sul posto – evidenzia l’ordinanza – in seguito ai vari eventi sismici sul territorio comunale dal 1984. Il prefabbricato è la residenza ufficiale di Cerbella, riconosciuta dal Comune, e secondo quanto riporta l’ordinanza presenta “una piccola tettoia in eternit a copertura dell’ingresso, peraltro danneggiata con possibile rilascio di fibre di amianto, con a lato tre recinti posticci con altrettanti cani”.
SPIRITO DELL’ACCOGLIENZA. A poca distanza dal prefabbricato ve ne sono altri due in pessimo stato di manutenzione – riporta ancora l’ordinanza -, chiusi con lucchetto, che la Caritas è stata autorizzata dalla Regione a demolire e smaltire. “E’ una contraddizione fare l’accoglienza agli stranieri e cacciare chi come non sa dove andare”, dice sconsolato Bruno Cerbella che, rappresentato dall’avvocato Francesco Gagliardi, intende ora opporsi con ogni forza all’ordinanza per non lasciare il prefabbricato. E’ disposto a tutto pur di far valere le proprie ragioni perché un posto dove vivere non ce l’ha.
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