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Sebastiani sul video: “I bambini stavano mangiando o si apprestavano a farlo”. Opinione pubblica divisa tra regole e sostegno ideologico

Fabio Sebastiani della "scuola di partito Radicchi"

Sta dividendo l’opinione pubblica quanto accaduto alla “Scuola di partito Luigi Radicchi”, iniziativa del Partito Comunista di Gubbio sotto la guida di Fabio Sebastiani per lo svolgimento dei compiti, oltre che per preparare esami di maturità, patente di guida o concorsi pubblici, come sostegno ai bambini da 6 anni in su che non possono essere seguiti a casa.

Nel video postato domenica scorsa sul profilo Facebook di Sebastiani si vedono all’interno della sede della “scuola” in piazza Quaranta Martiri una decina di bambini presenti in una stanza di ridotte dimensioni senza mascherina né distanziamento sociale. Si vede Sebastiani munito di mascherina mentre parla ai bambini di varia età e provenienza che sono seduti o in circolazione nella stanza adibita ad aula didattica.

“I ragazzi sono tutti impegnati nella ricreazione – replica Sebastiani su Facebook con riferimento al discusso filmato e alla notizia riportata da vivogubbio.com -, stanno mangiando o si preparano a farlo. I nostri assembramenti sono modesti a confronto di altri e producono un po’ di miglioramento sociale”.

C’è chi fa notare come le regole debbano semplicemente valere per tutti, soprattutto trattandosi di momenti formativi scolastici che coinvolgono i minori da 6 anni in poi sull’uso delle mascherine e del distanziamento sociale, al di là della tipologia di attività promossa sotto l’egida di un partito politico che pure suscita diffuse perplessità.

Sebastiani sta raccogliendo solidarietà soprattutto ideologica, con gli interventi sui social di ex consiglieri comunali, segretari di partito e militanti di schieramento che non entrano nel merito ma difendono l’iniziativa della “scuola” in sé.

Sebastiani replicando nel suo profilo si lascia andare anche ad attacchi all’informazione e alle libere iniziative editoriali, evidenziando una chiara matrice ideologica poco sensibile alle dinamiche della democrazia, il pluralismo e la tolleranza, sostenendo tesi di stampo stalinista e leninista per la ricerca del consenso in contesti di radicamento ideologico-politico.