Storia di scuola, a dirla tutta della peggior scuola. Storia di paese, dove ci si conosce tutti e si pensa che possa bastare una telefonata per cambiare il corso delle cose anche quando le leggi (oltre all’etica e la deontologia) non lo consentono. Il racconto può sembrare grottesco, ma è tutto vero. Rivelazioni e testimonianze sono certificate e fanno emergere un bruttissimo modo di agire. Vi raccontiamo questa squallida vicenda. Gli esami hanno sempre l’immancabile fuga di notizia sui voti quando la commissione li ha decisi e verbalizzati ma devono ancora essere ufficializzati. Così, un professore di una scuola eugubina si è lasciato scappare in anticipo qualche voto e apriti cielo. Non si potrebbe fare, ma si fa, non pensando alle possibili conseguenze. Il genitore di uno studente, infatti, l’ha presa malissimo perché il massimo dei voti non gli bastava: mancava la lode. Adesso come si fa? Semplice, ha telefonato alla dirigenza, che avrebbe dovuto provare imbarazzo ma se la poteva cavare brillantemente richiamando le norme e invitando magari il genitore, se davvero convinto di aver subito un torto, a fare ricorso al Tar.
PRESSIONI INAUDITE. Invece la dirigenza s’è intenerita e ha fatto sue le rimostranze del genitore assicurandogli un intervento risolutore. Bene a dirsi, complicato farlo perché bisogna convincere tutta la commissione a riaprire il plico degli esami e correggere un voto già deciso, sottoscritto e messo a verbale. Attenzione: per la lode ci vuole l’unanimità dei commissari e se qualcuno non ce la fa è proprio perché non tutti evidentemente sono d’accordo. In questo caso la dirigenza ha scelto un emissario che aveva il compito di indorare la pillola agli altri, con toni garbati e non. Insomma, questa cosa si doveva fare con le buone o con le cattive, e guai a chi avrebbe osato obiettare. Pressioni inaudite alle quali non tutti si sono adeguati, anche sotto la minaccia di eventuali ritorsioni, per esempio agitando il fantasma di possibili lettere di richiamo che la dirigenza di una scuola può decidere di adottare in certe situazioni.
ESCAMOTAGE. I commissari si sono stupiti, non hanno assecondato tutti la richiesta abbastanza strampalata e sicuramente fuorilegge. Allora da qualcuno è stata presa la decisione di riaprire comunque il plico e procedere all’inserimento della lode accanto al massimo dei voti. C’è chi ha fatto buon viso a cattivo gioco, ma c’è anche chi ha cominciato a raccontarla la storia rivolgendosi perfino a un rappresentante del sindacato della scuola che ha invitato ad aspettare eventuali provvedimenti (ovvero la paventata lettera di richiamo) prima di uscire allo scoperto. La vicenda apparentemente si è chiusa qui: probabilmente la dirigenza ritiene di aver risolto la faccenda accontentando lo studente e il genitore con l’escamotage utilizzato, che è poi stato di fatto una forzatura in violazione delle regole e nei confronti della commissione. La vicenda potrebbe avere un seguito? Chissà. Il destino ci ha messo del suo, però la ricostruzione di quanto accaduto non è comunque rimasta tra quattro muri. Le rivelazioni sulla “lode rubata” non sono voci di popolo, ma ci sono nomi e cognomi dei soggetti coinvolti a vario titolo, compreso chi alla fine è riuscito ad avere il voto taroccato per l’ingerenza del genitori con la complicità della dirigenza. A questo punto non si esclude nulla, neanche esposti o testimonianze trasmesse all’esterno per far esplodere il caso nelle sedi competenti. Alla dirigenza e a chi si è reso complice si può intanto ricordare un vecchio straordinario film del 1982 con Alberto Sordi e Monica Vitti: “Io so che tu sai che io so”. Magari qualche agitazione verrà. Di certo rimane già così una pessima storia: la scuola dovrebbe insegnare ben altro.
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