La lunga giornata dei santantoniari, che come ogni 17 gennaio festeggiano Sant’Antonio Abate, si è aperta come da tradizione con la santa messa e la colazione presso l’Abbazia di San Secondo. Un momento conviviale che raduna ceraioli giovani e soprattutto anziani, aprendo ufficialmente il programma di una giornata intensa che dopo la benedizione al canile di Ferratelle (ore 11) culminerà alle 17 con la breve cerimonia del “Battesimo Santantoniaro”, che vedrà protagonisti i piccoli ceraioli nati nel 2018. Poi alle 18,30 la Santa Messa presso la Chiesetta dei Neri, officiata dal vescovo Luciano Paolucci Bedini e dal cappellano della famiglia don Marco Cardoni, al termine della quale è prevista l’investitura del capodieci Lucio Sollevanti. E dopo una breve sfilata lungo le vie del centro, i santantoniari raggiungeranno gli Arconi di via Baldassini ritrovandosi a cena alla presenza di tutte le istituzioni civili e religiose della città e ai rappresentanti delle altre due famiglie ceraiole. Sarà la prima uscita ufficiale per il capodieci di Sant’Ubaldo Pietro Menichetti, mentre i sangiorgiari saranno rappresentati dal presidente Patrick Salciarini, non essendo ancora stato nominato il capodieci di brocca 2019.
LA BROCCA DI “BALUCCHINO”. Coma da abitudine, durante la colazione a San Secondo l’ex capodieci Gianfranco Barbi (più comunemente noto come “Balucchino”) ha regalato una brocca in ceramica, realizzata da Giampietro Rampini, al neo capodieci. Un piccolo momento all’interno di una giornata che per Sollevanti sarà certamente piena di emozioni, con il capodieci uscente Giovanni Vantaggi che ha simbolicamente accompagnato il suo successore nel ricevere la brocca.
SAN GIORGIO ALL’ASSEMBLEA. Domani sera intanto è in programma l’assemblea sangiorgiara, con all’ordine del giorno un solo punto denominato “Capodieci 2019”. Dopo il clamoroso e sorprendente ex aqueo di domenica scorsa tra Luca Bedini e Francesco Fioriti, l’assemblea convocata dal consiglio dei capodieci dovrà fare luce sul regolamento, di cui verrà data lettura integrale, che prevede che in caso di parità si debba procedere con l’estrazione di uno dei due candidati. Molti sangiorgiari però, a partire dai minuti immediatamente successivi al conteggio delle schede, hanno avanzato perplessità sul metodo, auspicando che dopo una serena e pacifica discussione da effettuare nell’ambito dell’assemblea si possa quantomeno riconsiderare l’idea di procedere con un ballottaggio, come peraltro suggerito e convenuto tra i due candidati al termine dello scrutinio. È emersa chiara in molti ceraioli la sensazione che un capodieci estratto dal bussolo, piuttosto che espresso democraticamente in una seconda votazione, in qualche modo finisca per essere meno “legittimato” a rappresentare i sangiorgiari, che preferirebbero evitare di affidarsi alla sorte per stabilire quale tra i due debba effettivamente essere nominato capodieci. Fa da contraltare però la corrente di quanti sostengono che ciò che è scritto nello statuto (votato nel 2017) vada rispettato pedissequamente e che anzi sia stato grave il fatto che non sia stato applicato immediatamente domenica scorsa, procedendo in tempi stretti (forse già domani sera, al più tardi domenica 20) con l’estrazione del nominativo. L’assemblea di domani sera potrebbe semmai servire a valutare l’ipotesi di modificare lo statuto (ma a quel punto a partire dal 2020) evitando negli anni futuri il ricorso all’estrazione in caso di parità, fermo restando l’eccezionalità dell’evento accaduto il 13 gennaio scorso.
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