Era stata fissata per ieri (giovedì 20 aprile) la prima udienza dei cinque rinviati a giudizio per l’esplosione con incendio che il 7 maggio 2021 distrusse a Sette Strade in località Canne Greche il laboratorio per il trattamento della cannabis light che costò la vita al giovane Samuel Cuffaro e a Elisabetta D’Innocenti, mentre Alessio Cacciapuoti e Kevin Dormicchi riportarono gravi lesioni e uno dei titolari dell’attività ferite più lievi.
La Corte d’Assise di Perugia ha rinviato al prossimo 25 maggio l’udienza del processo a carico delle coppie di fratelli Gabriele e Maria Gloria Muratori e Alessandro e Luciano Rossi che, assieme a Giorgio Mosca, devono rispondere di omicidio doloso e altri reati come incendio doloso, omissione dolosa di cautele contro gli infortuni sul lavoro, lesioni gravi, lesioni gravissime e detenzione illecita di sostanze stupefacenti.
Il presidente, Carla Maria Giangamboni, con giudice a latere Elena Mastrangeli, ha costituito il collegio facendo giurare tutti i giudici popolari. Nell’udienza l’avvocato Francesco Lauria ha anticipato che si costituirà parte civile l’associazione nazionale mutilati e invalidi del lavoro (Anmil). Il pm Gemma Miliani aveva chiesto il 13 luglio 2022 rinvio a giudizio dei cinque ritenuti responsabili della tragedia e il gup Angela Avila aveva proceduto con la costituzione delle parti civili nell’udienza preliminare del 20 ottobre.
Il pm Miliani ha confermato nella richiesta i capi d’imputazione. Vengono contestati agli indagati – come nella relazione dell’accusa – il delitto di omissione dolosa di cautele per la prevenzione degli infortuni sul lavoro e quelli particolarmente gravi di incendio doloso e soprattutto di omicidio doloso e lesioni dolose. Si è ritenuto infatti configurabile, in relazione alla particolare gravità dell’attività svolta, nell’attività dei soggetti il dolo sia pure eventuale piuttosto che la colpa, come si era ipotizzato nella prima fase delle indagini. Nei confronti degli indagati è stata ipotizzata anche la violazione della legge sugli stupefacenti e contestata la detenzione illecita della cannabis e la cessione, ritenendo che quell’attività di manipolazione fosse non consentita e quindi inidonea a considerare il prodotto come cannabis light.
La Corte ha sospeso la prescrizione e rinviato il processo al 25 maggio, alle ore 9, presso l’aula degli Affreschi, ai fini della trattazione di eventuali questioni preliminari, In quell’occasione verrà predisposto l’apposito calendario per il dibattimento.
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