Chi entra e chi gli fa posto in Giunta: il rebus è tutto nelle mani di Filippo Mario Stirati che tira i fili tra mille pressioni, in particolare di Liberi e Democratici (LeD) che con il coordinatore Claudio Tasso alza la posta cercando di mettere in difficoltà Scelgo Gubbio e anche i Socialisti Civici Popolari. L’indiziato numero uno in queste ore per uscire è Oderisi Nello Fiorucci, per sua stessa ammissione nel confidarsi, sebbene goda di molta considerazione nella maggioranza. Lunedì sera è previsto il vertice decisivo della coalizione per il confronto che darà al sindaco le ultime indicazioni sulle quali operare poi l’ultima sintesi dirimente.
E’ del tutto evidente che il LeD e a quanto pare anche Stirati stanno facendo quadrato su Valerio Piergentili che lascerà i lavori pubblici a un esponente di gradimento del Gruppo Misto, preso dal sindaco nella rosa di nomi consegnata dallo stesso gruppo dei fuoriusciti dai LeD. Stirati ha pensato che la mossa più semplice poteva essere prendere Giorgia Vergari, consigliere comunale del Gruppo Misto, e inserirla al posto di Simona Minelli (LeD) o Giovanna Uccellani (Scelgo Gubbio) ma dal Gruppo Misto fanno sapere di aver indicato solo uomini (sarà vero?). Le donne in Giunta – va sottolineato – devono essere almeno tre per la norma sulle quote rose.
Si è indebolita anche la posizione di Giordano Mancini, l’assessore al Bilancio dal quale i LeD stanno prendendo le distanze da quando ha cominciato a rivolgere critiche chiedendo un cambio di passo. La faccenda si complica, anche se Stirati vorrebbe toccare meno possibili per non esporsi alle reazioni dell’opinione pubblica dopo un solo anno di mandato.
Il Gruppo Misto è diventato l’ago della bilancia e gioca tutte le sue carte: per l’assessorato ai lavori pubblici i cinque consiglieri che hanno abbandonato i LeD sentono girare nuovamente le voci su Leonardo Nafissi del Pd e allo stesso tempo candidato degli stessi LeD alla Regione l’anno scorso, mentre per il controllo politico della Gubbio Cultura e Multiservizi Srl, società interamente di proprietà comunale, il nome più gettonato è quello di Giovanni Manca, artefice del Gruppo Misto, anche se in quella società divorata dai debiti e sempre discussa c’è stato come amministratore il suo compagno di scranno Alessandro Brunetti.
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