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Regione, il vicepresidente Roberto Morroni: “Discariche in sofferenza, ora il Css è praticabile”

Roberto Morroni, vicepresidente della Regione Umbria

Lunga intervista oggi al Messaggero del vicepresidente della Giunta Regionale con delega all’ambiente, Roberto Morroni, che parla delle discariche e del Css dopo la richiesta delle cementerie Barbetti e Colacem di poter farne uso negli stabilimenti. Come noto, la materia è in capo alla Regione ed è regolata da normative dell’Unione Europea e dello Stato. Le amministrazioni comunali non hanno alcuna voce in capitolo, al di là dei politici che a Gubbio cavalcano taluni umori popolari soprattutto per finalità elettorali e convinzioni ideologiche non supportate da competenze tecniche in materia.

“Da una parte le inchieste – scrive Luca Benedetti – che, a scadenza regolare, scoprono i peccati (presunti) della gestione dei rifiuti. Dall’altra il domani già vicino per dare all’Umbria un futuro verde degno dello slogan che l’accompagna da una vita. Il lavoro del Comitato tecnico scientifico della Regione arrivato alla fine, il percorso del nuovo piano regionale, la partita delle discariche e del Css. L’assessore regionale all’Ambiente, Roberto Morroni, mette molto sul piatto per spiegare e tracciare strategie”.

Ecco l’intervista.

Assessore Morroni a che punto è il lavoro del Cts che la giunta regionale ha insediato a luglio?

Il Comitato tecnico scientifico sta portando avanti i propri compiti nel rispetto dei tempi. Il primo passaggio è la foto dello stato attuale che confluirà nel documento preliminare allo studio dei nostri uffici. L’adozione da parte della giunta ci sarà entro fine mese. Poi inizierà una prima fase di partecipazione. All’inizio dell’estate arriveremo alla proposta di piano. Che ci terrà occupati, partendo da un’ampia partecipazione, per tutto il 2021”.

La foto scattata dal Cts cosa dice? Difficile immaginare che per i rifiuti in Umbria siano tutte rose e fiori.

Il quadro si presenta con luci e ombre. Un dato positivo è quello della raccolta differenziata. Siamo sopra il 66 per cento. Il target era al 72,3 per cento, ma il trend di crescita è costante anche se ci troviamo di fronte a situazioni eterogenee con alcune zone che evidenziano ritardi. È positiva anche la tendenza alla riduzione dei rifiuti, ne produciamo 464 mila tonnellate annue”.
E le discariche? Lì le criticità sono evidenti.

E’ certamente il dato più grave. Continuiamo a portare in discarica oltre il 30 per centop dei rifiuti prodotti mentre l’Europa ci chiede di ridurre al 10 per cento quella frazione entro il 2035. Che sembra lontano, ma in realtà è molto vicino”.
Non è che viene la voglia di ampliare qualche sito? Si dice, per esempio, di Borgogiglione.

Il tema è delicato e complesso perché se c’è questa situazione delle discariche lo si deve a una responsabilità oggettiva dovuta a una programmazione non adeguata negli ultimi dieci anni. L’Auri lavora al piano annuale dei flussi per gestire al meglio la situazione ed evitare che si arrivi allo squilibrio dell’utilizzo di un solo sito. Si sta pensando a quella che tecnicamente si chiama profilatura per alcune discariche affinché, per dirla in maniera brutale, si arrivi a un zippatura per importanti recuperi di capienza. Vogliamo conquistare tempo per dare con il piano le risposte migliori”.

Assessore Morroni, logico passare alla chiusura del ciclo. Che si fa? Via libera scontata al Css da bruciare in Umbria?

La soluzione ancora non c’è. Noi abbiamo un approccio laico e ci faremo guidare dalle proposte del Cts. Come abbiamo detto a luglio puntiamo a un orizzonte di lungo termine per mettere in sicurezza l’Umbria sul fronte rifiuti per i prossimi 15-20 anni. E per arrivare all’autosufficienza del sistema viste le ricadute sui costi che pesano sulle tasche dei cittadini. Sul Css non abbiamo preclusioni: si usa in Italia e in Europa. È l’esplicazione dell’economia circolare. Non sappiamo se verrà usato, ma introdurlo non preclude nulla. Possiamo decidere se usarlo qui o solo produrlo. Questo non è va in contrasto con il concetto dell’autosufficienza perché il combustibile solido secondario non è più un rifiuto”.

Nel recovery plan avete previsto tre impianti per realizzare il Css. Non saranno troppi nella piccola Umbria?

Ci siamo mossi per non precluderci alcuna possibilità visto che ci sono risorse da utilizzare. I progetti riguardano Ponte Rio, il revamping di Casone e un impianto nuovo nell’area della ex Bosco a Narni. L’obiettivo è chiaro: produrre Css nei nostri impianti significa ridurre prima e meglio la quantità dei rifiuti che vanno in discarica”.

Assessore, da Gubbio le aziende che producono cemento chiedono il via libera per poter usare il Css come combustibile. Una partita che è anche economica. La Regione come si muove?

C’è la pratica avviata da parte di una delle due aziende. Ora ci sarà la valutazione tecnica degli uffici per assoggettare il procedimento o meno alla Via. Le istanze delle imprese sono legittime di fronte al mutamento del quadro normativo europeo. C’è la necessità di ridurre le emissioni di Co2 e l’uso del Css va in quella direzione. Al momento non c’è alcuna connessione tra quelle richieste e il lavoro che stiamo facendo sui rifiuti. Credo che su questa delicatissima materia sia giusto che ci sia ragionevolezza da parte di tutti, senza demagogia e strumentalizzazioni. Si deve ragionare su basi tecniche e scientifiche”.