“Espulso per plateali proteste ed insulti all’indirizzo dell’arbitro, una volta uscito dal campo teneva condotta irriguardosa e minacciosa nei confronti del direttore di gara. Al momento dell’uscita delle squadre dal terreno di giuoco, pronunciava frase razzista all’indirizzo di un avversario”. La motivazione della stangata: il giudice sportivo, l’avvocato Marco Brusco, ha squalificato Mattia Ceccarelli del Real Padule per tredici giornate.
Squalifica importante anche al presidente della società che milita nel campionato di Prima Categoria, Federico Brunetti, perché “in campo con mansioni di assistente dell’arbitro, rivolgeva frasi ingiuriose nei confronti di un calciatore della squadra avversaria”.
Il dirigente eugubino è stato infatti squalificato fino al 7 ottobre. Finisce così, forse, la partita infinita tra Real Padule e Ponte Felcino, campionato di Prima categoria. Sul campo il match è stato vinto per 3-2 dai perugini ma le code polemiche sono arrivate fino alle decisioni del mercoledì da parte del giudice sportivo.
Gli eugubini infatti hanno per primi accusato gli avversari di scarsa sportività: al 35′ della ripresa il portiere del Ponte Felcino si accascia a terra dopo un contrasto di gioco e l’attaccante di casa mette sportivamente la palla fuori per far intervenire l’addetto.
“Tutti fermi – ha raccontato Brunetti -, il loro difensore contro ogni logica batte la rimessa e il loro attaccante prima si ferma poi riparte, scarta il portiere e manda la palla in rete. Tra lo stupore di tutti l’arbitro convalida la rete, mentre il loro portiere è ancora a terra. Fa rabbia che la loro panchina e i loro dirigenti a fine partita non hanno fatto neanche un gesto per scusarsi dell’accaduto, anzi hanno esultato come se niente fosse”.
La replica della società perugina non si è fatta attendere. Non solo respingendo le accuse e parlando di “pura fantasia” ma anche e soprattutto con una contro accusa di razzismo. Con l’attaccante André Omgba Manga, grande protagonista della partita con una tripletta, a raccontare di frasi razziste a lui indirizzate dagli avversari. Frasi che evidentemente non sono sfuggite neanche all’arbitro, dal momento che il giudice sportivo nel comminare la pesante squalifica si è basato proprio sul referto arrivato dal fischietto della gara.
Una stangata che nelle intenzioni del giudice sportivo vuole evidentemente essere oltre che punitiva anche preventiva, volta cioè a far sì che giocatori e dirigenti inizino l’anno sportivo con la convinzione che esattamente come negli anni passati ci sarà massima intransigenza nei confronti di comportamenti violenti (sia verbali che fisici) e discriminatori sui campi dell’Umbria.
Ora c’è da capire come si muoverà il Real Padule, con la società che aveva annunciato di attendere le decisioni del giudice sportivo prima di valutare il da farsi. La dirigenza nelle prossime ore dovrebbe riunirsi, anche alla presenza di un legale: l’orientamento da un lato sembra quello di prendere le distanze dal comportamento del tesserato ma anche di capire come poter tutelare la propria immagine.
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