Un altro pezzo di storia eugubina nella Giornata della Memoria e in un nuovo libro presentato nella lontana Sicilia che riapre la pagina dei quaranta Martiri. Viene da Mirto, nel messinese, terra del carabiniere Giovanni Zizolfi, che aveva 23 anni ed era a Gubbio il 20 giugno 1944 quando i nazisti rastrellarono 80 persone tra la popolazione come risposta all’attentato verso due ufficiali tedeschi in un bar di corso Garibaldi, per poi fucilarne 40 all’alba del 22 giugno. Zizolfi fu uno di quelli. Quel giovane rivive nel volume “Il sacrificio dimenticato – Storia di un Vice Brigadiere dei Carabinieri” (Kimerik editore), scritto dal nipote Alessandro Zizolfi, che verrà presentato nei prossimi mesi a Gubbio.
“Era il fratello di mio padre – racconta Alessandro -, è stato difficile reperire testimonianze e documenti. L’anno scorso ha potuto consultare il fascicolo militare e far aggiornare le parti mancanti del suo vissuto. Mi sono avvalso di racconti spontanei, che hanno avvalorato l’ipotesi su un’azione di altruismo che fece Giovanni nei confronti del futuro suocero al momento della cattura. Purtroppo sono solo dei racconti tramandati”. Sui coinvolti nel rastrellamento, la storia dice che sono stati selezionati e quindi anche Giovanni.
“Questa memoria – evidenzia l’autore – è una parziale riparazione alla mancata giustizia penale. Anche se era in abiti civili non in servizio, lui è stato carabiniere fino all’ultimo”. Di Giovanni Zizolfi si era parlato a Gubbio tre anni fa nelle celebrazioni dell’anniversario dei Quaranta Martiri, presente il sindaco mirtese Maurizio Zingales e richiamando nell’occasione anche la storia di Gugliemina e Peter, raccontata nel romanzo storico “Nel segno dei padri” di Giacomo Marinelli Andreoli.
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