È ripreso oggi pomeriggio (martedì 17 settembre) al tribunale di Perugia il processo Trust che vede imputati Orfeo Goracci e altri tra politici, ex amministratori, dipendenti ed ex dipendenti comunali con reati a vario titolo tra cui associazione a delinquere, concussione, tentata concussione e falso in atto pubblico.
Non è stata posta la questione dell’abuso d’ufficio depenalizzato dal governo Meloni e che il presidente Mariella Roberti potrebbe vagliare, insieme ad altro, nella prossima seduta fissata per il 21 ottobre alle 15:30.
La sorpresa è venuta dalla deposizione di Robert Satiri, testimone delle parti civili, che ha mostrato un comunicato stampa di Goracci datato primo dicembre 2010, quando era vicepresidente del Consiglio Regionale dell’Umbria, e acquisito agli atti del processo. Il comunicato è un intervento nel dibattito politico eugubino e nella corsa verso le elezioni comunali, che si sarebbero tenute l’anno dopo, completamente dedicato a Lucio Lupini, candidato a sindaco nel maggio 2011. Goracci lancia accuse chiamando in causa il ruolo di Lupini come presidente dell’associazione Maggio Eugubino, fino a citare anche Colacem e Trg. Il comunicato, che ha colto di sorpresa la difesa dell’ex sindaco, potrebbe essere considerato come un “atto intimidatorio” a suo tempo esercitato da Goracci che occupava un altro ruolo istituzionale.
In aula sono stati ascoltati, inoltre, il sindacalista Andrea Russo della UilFpl, sulle relazioni sindacali relativamente anche alla gestione del personale, Matteo Andresini e Giovanni Cicci sulle vicende relative alla situazione dell’ex dipendente Lorenzo Rughi. Era attesa, infine, la testimonianza di Claudio Ruspi, sempre per le parti civili, che era assente giustificato e risulta convocato per la prossima udienza.
Si è parlato della prescrizione intervenuta per i reati, al netto dei capi d’imputazione che verranno depennati dopo il provvedimento legislativo sull’abuso d’ufficio adottato dalla destra che in parlamento ha di fatto dato un grosso aiuto agli imputati del processo Trust. La questione della prescrizione è stata posta in aula dal pubblico ministero Mario Formisano.
L’avvocato Franco Libori, legale di fiducia di Goracci, ha annunciato nella sostanza che il suo assistito non intende rinunciare alla prescrizione ma ha interesse a restare nel processo, facendo anche riferimento alla rinuncia della prescrizione di quasi tutti gli altri imputati. Goracci si riserva evidentemente ogni accesso alla prescrizione prima della sentenza (un’eventuale condanna in primo grado si porterebbe dietro i commenti più disparati, così come l’eventuale prescrizione), oppure eventualmente nei gradi di giudizio successivi. Questa posizione tenuta da Goracci di fatto influisce sui costi del processo, che continuano a lievitare a carico dei cittadini, e fa ritenere l’atteggiamento dell’imputato Goracci come quello del “pesce in barile”, espressione colorita senza alcun intento offensivo ma soltanto per semplificare al massimo la posizione, assolutamente legittima per quanto prevede l’ordinamento giudiziario, di chi intende stare a guardare gli sviluppi del processo, regolandosi sul possibile pronunciamento del collegio giudicante.
Le accuse più pesanti di concussione e tentata concussione nei confronti dell’ex sindaco, oltre all’associazione per delinquere, sono il vero nodo del processo e il terreno più scivoloso che la difesa avrebbe prospettato a Goracci come fattori di maggiore rischio di ipotetica condanna.
Oggi è stata posta anche la questione dell’esame degli imputati, ovvero le dichiarazioni che peraltro gli stessi hanno già rilasciato in fase di udienza preliminare. L’eventuale integrazione, rispetto alle dichiarazioni già rilasciate, potrebbe accorciare un po’ i tempi del processo ma è facoltà delle difese degli imputati chiedere l’esame per ciascuno.
Nel processo un altro ruolo importante ce l’hanno pure le intercettazioni, in qualche caso estremamente scottanti e piccanti, per esempio nella rivelazione di un intreccio tra rapporti personali, risvolti sessuali e carrieristici all’interno del Comune.
C’è da analizzare, poi, la situazione del presidente del tribunale, Mariella Roberti, che a fine dicembre raggiungerà il limite d’età dei settant’anni con il conseguente collocamento in pensione. Se non si andrà a sentenza, verrà nominato un nuovo presidente che dovrà studiare tutto il caso dall’inizio. I tempi inevitabilmente si allungherebbero ulteriormente, ricordando che il processo Trust è cominciato nel novembre 2015 e che le difese degli imputati hanno sempre utilizzato ogni strumento consentito dalle norme che ha portato a una dilatazione dei tempi.
Infine, non si esclude che Goracci (che si sono sempre dichiarati innocenti ed estranei ai fatti contestati) e gli altri imputati possano puntare, oltre che sull’assoluzione, anche su un eventuale altro provvedimento del governo Meloni e del parlamento di destra che ha annunciato un’altra riforma della giustizia e potrebbe quindi depenalizzare altri reati. Magari proprio quelli di chi si definisce comunista nudo e puro.
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