E’ durata un paio d’ore questa mattina, al tribunale di Perugia, la prima udienza del 2021 del processo Trust con vede imputati l’ex sindaco Orfeo Goracci, attuale consigliere comunale, e altri tra politici, ex amministratori, dipendenti ed ex dipendenti comunali, per una serie di reati tra cui associazione a delinquere, concussione e abuso d’ufficio.
Erano presenti in aula gli imputati, ad eccezione del capitano dei vigili urbani Nadia Ercoli. C’era anche lo stesso Goracci, assente lo scorso 20 ottobre per impedimento documentato, sebbene non obbligato alla presenza in tribunale.
E’ stata completata la deposizione del dottor Gabriele Silvestri, dirigente comunale in pensione ascoltato per otto sedute. Silvestri è l’ottavo testimone del centinaio in elenco.
Nella prossima seduta, fissata per il 13 luglio, è prevista la testimonianza di Franco Bazzurri, ex dipendente comunale che l’accusa con il pubblico ministero Mario Formisano ritiene vittima di quello che viene definito il “sistema Goracci” che secondo l’accusa favoriva amici, e persone in qualche modo vicine e legate, per danneggiare altri.
Questa mattina è stato accennato al caso di un altro ex dipendente, Lorenzo Rughi, che nel 2007 non era rientrato nelle circa 60 stabilizzazioni del personale e in tre circostanze non era stato preso in considerazione, con cambi di regolamento (ritenuti sempre dall’accusa contro la persona) per la responsabilità del settore economico-finanziario, sebbene fosse primo in graduatoria.
Silvestri ha ricevuto domande da parte degli avvocati della difesa, vertenti soprattutto sui rapporti personali con Goracci. Si è parlato molto della Sepa, la Scuola eugubina di pubblica amministrazione. Silvestri ha sottolineato come la Sepa, da lui diretta, fosse ritenuta anche dall’allora sindaco un fiore all’occhiello del Comune e che Goracci difendeva soltanto se stesso e non Silvestri dagli attacchi delle minoranze.
Il presidente del tribunale, Mariella Roberti, ha poi acquisito alla documentazione processuale la documentazione di Silvestri relativa al delicato capitolo degli atti ricevuti da Silvestri dagli imputati e dei legali (nonché esternazioni su Facebook da parte di Goracci in cui si parla di cospirazione politico-giudiziaria, calunniatori, diffamatori, beneficiati del Comune e si promettono “canti addolorati”) prima della sua testimonianza in aula, percepiti e ritenuti dall’ex dirigente come minacce, ritorsioni e intimidazioni, con particolare riferimento alle richieste di risarcimento danni. Stesso discorso riguarderebbe altri testimoni, che avrebbero ricevuto atti analoghi percepiti e ritenuti come intimidazioni.
Sul processo Trust, che viaggia a una media di due-tre udienze l’anno con l’attesa per il capitolo riguardante le intercettazioni ambientali e telefoniche, incombe sempre di più l’ombra della prescrizione per la maggior parte dei reati. Non è un mistero che una parte degli imputati, Goracci in testa, rivendica orgogliosamente da sempre l’estrazione ideologico-politica di sinistra secondo cui la prescrizione non è assoluzione. Per questo non va escluso che taluni possano decidere di rinunciare alla prescrizione coerentemente con la propria collocazione ideologico-politica. Proprio nell’udienza del 13 luglio il presidente Mariella Roberti porrà la questione della prescrizione per larga parte dei reati contestati e gli imputati dovranno far sapere se intendono eventualmente rinunciarvi.
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