Rimani aggiornato su tutti gli eventi di Gubbio!

Processo Trust, Goracci sui social ricorda l’arresto tra gli strali e il rebus prescrizione

L'ex sindaco Orfeo Goracci sulla neve in una foto recente postata su Facebook

Se qualcuno se ne fosse dimenticato, c’ha pensato direttamente Orfeo Goracci a ricordare a tutti che il 14 febbraio 2012 venne arrestato con altri politici, ex amministratori, dipendenti ed ex dipendenti comunali con una serie di accuse pesanti da parte della Procura della Repubblica di Perugia sulla gestione del potere nei 9 anni da sindaco, dal 2001 al 2010 quando ha lasciato la guida della città per candidarsi per il più remunerativo posto da consigliere regionale avviandosi a completare il suo secondo mandato senza la possibilità di ricandidarsi in quel ruolo.

La cella a Capanne, lasciata il 22 marzo 2012, ha segnato e oltremodo indurito profondamente l’uomo e il politico, che all’epoca ricopriva anche l’incarico di vicepresidente del Consiglio Regione, ritenuto da più parti nel dibattito politico sempre a caccia di nemici e del modo di tenere alto il morale delle truppe e dei fedelissimi, compresi i 2.140 cittadini che anche sotto processo l’hanno votato alle elezioni Comunali riportandolo anche se in minoranza sugli scranni di palazzo Pretorio (i comunisti, di cui Goracci rivendica l’identità, hanno ripetutamente fatto sapere che per visione ideologico-politica gli inquisiti, arrestati, processati e condannati non dovrebbero candidarsi a nulla).

Ora è il corso il processo di primo grado al tribunale di Perugia che, cominciato nel 2015, attraversa una fase cruciale legata ai reati caduti in prescrizione. Goracci si preoccupa del calendario delle udienze, che è stato spesso modificato disorientando l’opinione pubblica e ricordanco che la prossima è fissata, salvo sorprese, per martedì prossimo 21 febbraio come da fonti legali e dei presenti che rendono pubblici, ove richiesti, i passaggi del dibattimento, le dichiarazioni e decisioni che vengono assunte.

Goracci interviene ogni tanto sui social e non ha per ora ritenuto di dover chiarire all’opinione pubblica il passaggio in aula dove il suo legale, avvocato Franco Libori, ha annunciato la “non rinuncia alla prescrizione” del suo assistito che in quella seduta era assente. L’ex sindaco è stato recentemente sibillino sulla prescrizione, facendo intuire che dovrebbe rinunciarci come hanno fatto gli altri coinvolti nel processo Trust a eccezione dell’ex dipendente comunale Umberto Baccarini, oltre alla dichiarazione dell’avvocato Libori.

Sono in molti a ritenere che Goracci dichiarerà di rinunciare alla prescrizione avendo sempre sostenuto l’assoluta estraneità ai fatti contestati e di aver sempre agito correttamente nel rispetto delle leggi, aggiungendo la matrice ideologico-politica nella quale si colloca che reputa appunto ideologicamente che la prescrizione non è assoluzione. Alla fine di questa storia, si ripasseranno tutte le fasi della vicenda, fin dal rinvio a giudizio, per verificare attentamente se l’ex sindaco si sarà avvalso della prescrizione anche per uno solo dei reati contestati fin dal giorno dell’arresto. Questa verifica potrà essere compiuta soltanto quando il processo avrà il suo epilogo, ricordando il peso che hanno le intercettazioni ambientali e telefoniche legate all’inchiesta Trust da cui si ricavano scenari anche oltre gli aspetti politico-amministrativi in sé. Vale sottolineare che l’inchiesta Trust ha già consegnato il patteggiamento di uno dei coinvolti (l’ex assessore Marino Cernicchi, ora chiamato a testimoniare) e la prescrizione a cui è ricorso l’ex dipendente comunale Umberto Baccarini.

Nel giorno di San Valentino, Goracci ha richiamato sui social “il dolore e la disperazione di quel giorno devastante. Per oggi, dopo 11 anni, mi limito a ribadire l’assurdità di tutta la vicenda costruita per eliminare un soggetto politico anomalo, scomodo, comunista, non addomesticabile. Sento ogni tanto qualche avversario politico che fa riferimento a quelle vicende ben supportato da liberi informatori e con pacatezza mi chiedo e chiedo quanto segue. Perché dopo 11 anni siamo ancora al primo grado di giudizio con la escussione di una decina di testi a fronte di centinaia previsti? Perché processi che vedono coinvolti soggetti fondamentali dell’inchiesta che mi riguarda (parlo di quello di Firenze) iniziati molto dopo il mio andranno a sentenza molto prima? Possibile che non possa esserci un minimo di onestà intellettuale e politica per capire che questo processo (i testi d’accusa sono e sono stati solo avversari politici) non va avanti (o procede a passo di lumaca) perché non c’è trippa per gatti, cioè non ci sono i reati, perché i soggetti che hanno imbastito tutto devono rispondere di corruzione giudiziaria e basta vedere chi sono i protagonisti. In questi 11 anni non è mancata la forza di attendere, reagire, stare sul pezzo anche in politica, tanto che ancora oggi, pur essendo un semplice e umile Consigliere Comunale di minoranza senza partito, sono il più inviso, oscurato e censurato dal potere. Si andrà avanti con la tranquillità e la certezza di aver sempre agito nell’interesse della città e non per l’interesse del potere padronale. Anche le ultime vicende con scelte istituzionali di resa dimostrano quanto a Gubbio certe cose non succedano per caso”.