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Processo Duchini, giudice assolto dai reati più gravi. Sollevata la questione di costituzionalità per quattro capi d’imputazione. C’è di mezzo l’abuso d’ufficio depenalizzato dalla destra

Il magistrato Antonella Duchini

Assoluzione per i reati più gravi e alcuni aspetti rimandati nel processo che da anni vede imputata l’ex procuratore aggiunto di Perugia, Antonella Duchini, insieme ai carabinieri del Ros Orazio Gisabella, Costanzo Leone, agli imprenditori Carlo Colaiacovo, Valentino Rizzuto e all’avvocato Pietro Gigliotti. Nel giornodi ieri (martedì 24 settembre)  in cui era attesa la sentenza, il collegio della terza sezione penale del tribunale di Firenze solleva la questione di legittimità costituzionale per quattro capi di imputazione sui sei totali.

Secondo i giudici fiorentini anche la corruzione in atti giudiziari dovrebbe essere riqualificata in abuso d’ufficio. La palla passa dunque alla Consulta che nei prossimi 12 mesi dovrà pronunciarsi prima che il processo possa riprendere. La questione di legittimità era stata presentata dall’avvocato di parte civile Manlio Morcella, secondo il quale l’abrogazione del reato di abuso d’ufficio – introdotta dalla recente riforma Nordio – sarebbe in contrasto con la Costituzione che accoglie la convenzione Onu di Merida contro la corruzione. Ora spetta alla Corte Costituzionale stabilire se l’abrogazione dell’abuso sia effettivamente in contrasto con la costituzione. Nel frattempo sono sospesi anche i termini di prescrizione dei reati contestati.

La sentenza ha insomma riguardato soltanto due delle imputazioni contestate: il peculato, caduto in prescrizione per tutti gli imputati, e  la concussione, per la quale è stata disposta invece l’assoluzione perché il fatto non sussiste. L’accusa aveva chiesto invece condanne esemplari per gli imputati principali; dodici anni e sei mesi per Duchini, tredici per il suo collaboratore Gisabella e tre anni per l’altro militare dell’Arma, Leone. Tre i filoni processuali, ma il più importante è quello relativo alla famiglia Colaiacovo per il quale l’ex pm era accusata di rivelazione di segreto d’ufficio insieme ai due militari: avrebbe – secondo il Pm – rivelato notizie coperte da segreto a Carlo Colaiacovo, con lo scopo di favorirlo, sul sequestro preventivo di quote societarie appartenenti al fratello.