Un canale abbandonato tra detriti, intasamenti e potenziali pericoli quando l’acqua ristagna fino a risalire. Ne parla oggi il Messaggero. Accade nella frazione di Raggio, a ridosso della stazione idrica. Gli abitanti della zona, una settantina di famiglie per lo più con attività, denunciano uno stato di abbandono preoccupante per la mancanza di manutenzione. La situazione è aggravata dalla mancanza di tubazioni sotto la variante della strada statale Pian d’Assino, dove si forma una diga che dissemina l’acqua sui terreni circostanti fino a portarla verso la stazione di pompaggio.
“Non possiamo andare avanti così – denunciano le famiglie -, stiamo pensando a un esposto alla Procura di Perugia”. Girano foto e video, a nulla sono valsi gli appelli. “Il mese scorso – osservano i residenti – sono venuti l’assessore ai Lavori pubblici, Valerio Piergentili, e il tecnico comunale Francesco Pierotti. Siamo stati rassicurati che dopo l’approvazione del bilancio, il 22 aprile, ci sarebbero state azioni concrete ma a oggi niente”.
Il canale fino alla variante è gestito da Umbra Acque per 500 metri, mentre sono di competenza del Comune di Gubbio gli altri 500. I soldi nel bilancio comunale, 15mila euro l’anno scorso dopo altri stanziamenti dirottati altrove in passato, non sono mai stati spesi, mentre Umbra Acque aveva cominciato l’intervento di sistemazione nel suo tratto ad agosto 2020 e poi tutto si è bloccato quando si sono sollevati dubbi sulla salubrità. Sono intervenute Usl e Arpa dopo i rilievi del Wwf. Si è paventata l’ipotetica presenza di quantità minime di idrocarburi.
I dati ufficiali delle analisi non sono mai stati resi pubblici, pur se Piergentili ha fatto sapere agli abitanti che non ci sono elementi inquinanti: “Sappiamo dei problemi – spiega l’assessore – e ci siamo impegnati a risolverli. Ci sarà un incontro a fine mese con Umbra Acqua, noi procederemo sul tratto successivo”.
I residenti si dicono preoccupati perché l’acqua del canale finisce perfino nelle tubature dell’acquedotto pubblico, ma Piergentili esclude ogni tipo di contatto con l’acquedotto.
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