Si avvia a correre da solo il Partito Democratico, con un proprio candidato a sindaco e una lista che potrebbe rispolverare la denominazione e il simbolo tradizionale per evitare la raccolta delle firme che la sigla civica Gubbio Democratica avrebbe richiesto nuovamente dopo la rottura con la coalizione del sindaco ricandidato Filippo Mario Stirati. La situazione è precipitata dopo che Stirati & C hanno scaricato il segretario cittadino Andrea Smacchi e l’ex sindaco Diego Guerrini che avevano trovato il modo di convergere per correre insieme. Oggi pomeriggio Smacchi ha convocato la segreteria, presente il commissario regionale Walter Verini, riferendo sull’evolversi del quadro politico locale, dopo gli inutili tentativi di ricucitura dello stesso Verini, e domani alle ore 21 raduna presso la sede di piazza Oderisi l’unione comunale, presieduta da Calogero Alessi, per decidere la linea e i nomi visto che in tre giorni, secondo le norme elettorali, andrà completato tutto il mosaico. Entro domani Stirati, che oggi ha parlato con Verini, dovrà ufficializzare la posizione (la coalizione ha già deciso per il no all’alleanza col Pd): questo gli chiede il Pd.
DUE CANDIDATI. Per la corsa a sindaco i riflettori sono puntati sui due consiglieri comunali uscenti, ovvero uno tra l’architetto Virna Venerucci e il cardiologo Marco Cardile. Entrambi avrebbero però posto come condizione per trattare l’azzeramento della segreteria con un profondo rinnovamento della classe dirigente. In lista dovrebbero confluire larga parte di quanti avevano già dato la propria disponibilità nei giorni scorsi a stare nella coalizione di Stirati. Raccontano di Smacchi furibondo dopo il dietrofront dell’attuale maggioranza, al punto da non escludere di provare a vendicarsi politicamente appoggiando sottobanco Orfeo Goracci con accordi trasversali già visti in passato (Goracci nel 2001 fece un patto con settori del centrodestra riservandogli un posto in giunta). Fin qui Goracci sui social ha sparato a zero sul Pd e sulla ventilata alleanza con Stirati ora saltata.
FRONDA INTERNA. C’è in queste ore una fronda interna nel Pd che non vuole la corsa solitaria del partito alle elezioni Comunali del 26 maggio spingendo affinché resti fuori dalla competizione. I dissidenti (sono a quanto pare una ventina che guardano verso Stirati e qualcuno potrebbe decidere di approdare nelle sue liste) accusano Smacchi di aver stravolto lo scenario facendo un accordo con Guerrini, che la coalizione di Stirati ha rigettato, e stanno concordando una linea condivisa da tenere stasera in assemblea, dove non sono esclusi colpi di scena registrando per ora la concreta possibilità che i candidati salgano a sei con il portacolori piddino dopo Farneti, Goracci, Presciutti Cinti, Rughi e Stirati.
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