di CLAUDIA BOCCUCCI
La giuria letteraria della decima edizione del Premio letterario di poesia e narrativa “Città di Arcore”, dedicata ad Alessandro Manzoni e presieduta dallo scrittore Cheikh Tidiane Gaye con Silvia Calzolari, Letizia Rossi, Rosa Spadafora, Franca Donà, Paola Melis, Emanuela Dalla Libera, Enrico Sala, ha ufficializzato i vincitori.
Nella sezione libro edito, romanzi o racconti, vinta da Marco Antonelli con l’opera Favonio, secondi classificati ex aequo Antonio Orlando con Il senso della giustizia e Piero Sesia con Dinamite, terza Roberta Nacci con Andalusa, c’è stata la menzione di merito per l’imprenditore eugubino Giuseppe Colaiacovo con Le signore del branco (edizioni Anicia).
In una Gubbio assediata dagli echi della storia d’Italia – si legge nella sinossi del libro -, una famiglia vive la propria epopea, fatta di gesti quotidiani e valori che resistono al tempo, lutti e amori osteggiati, malattie e tradimenti, sogni premonitori e successi imprenditoriali. A raccontarcela sono tre donne, tre lupe dei “branchi” dei K e degli M: la signora K, figura mitica che custodisce la cultura familiare; la signora M, presenza tranquilla e sensibile, ma non estranea all’astuzia; Dora, figlia della Repubblica in bilico tra libertà e desiderio di accettazione. Nei loro occhi, l’universo chiuso, quasi ermetico, di Gubbio brilla quanto i grandi eventi del Paese; le speranze e le delusioni personali bruciano più del piombo che ferisce le strade. Perché forse dentro al branco si sta stretti, ma fuori dal branco.
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