Un ponteggio posizionato e utilizzato senza il previsto progetto riguardante il calcolo di resistenza e stabilità redatto da un ingegnere oppure da un architetto. E poi l’impalcatura sulla quale operavano i lavoratori vedeva il deposito di materiali non necessari per i lavori, cosa questa espressamente vietata dalla normativa del settore per evitare che carichi eccessivi e non stimati possano comportare pericolo di cedimento della struttura.
Ciò è quanto emerso dai controlli dei carabinieri della Compagnia di Gubbio, che hanno svolto un servizio congiunto con i colleghi del nucleo ispettorato del lavoro e con il personale dell’ispettorato territoriale del lavoro di Perugia nell’ambito della campagna di controlli straordinari nel settore edile attuata a livello nazionale dall’Arma.
Per questo motivo il legale rappresentante della ditta edile del territorio eugubino, ritenuto il presunto responsabile delle violazioni, è stato denunciato all’autorità giudiziaria. In questa operazione sono state nel complesso elevate ammende per 1.258,00 euro. L’attività di verifica ha riguardato, nello specifico, le posizioni lavorative e assicurative dei dipendenti, gli aspetti antinfortunistici, nonché la struttura logistica e quella operativa dei cantieri.
Due sono stati quelli ispezionati venerdì scorso dai militari nel territorio di Gubbio, uno riguardante la ristrutturazione di immobili e l’altro la costruzione di edifici. Non sono state riscontrate irregolarità nel primo cantiere, mentre nel secondo sono state riscontrate le inadempienze che hanno portato alla denuncia e l’ammenda.
L’attività è stata estesa anche alla verifica del rispetto della normativa in materia di Covid-19, in particolare al possesso del Green pass da parte degli otto lavoratori: in questo caso non è emersa alcuna irregolarità.
La vicenda della sicurezza del ponteggio richiama la tragedia accaduta il 19 dicembre scorso a Torino, sulla quale è aperta un’inchiesta per omicidio colposo e che ha portato – come accade quasi sempre in questi casi – a un’intensificazione dei controlli e una stretta sul rispetto delle regole.
A Torino l’autogru stava sollevando a quaranta metri d’altezza il braccio di lavoro della gru edile, lungo una cinquantina di metri. I tre montatori – il ventenne torinese Filippo Falotico e i colleghi lombardi Roberto Peretto di 52 anni e Marco Pozzetti di 54 – stavano ultimando l’aggancio quando la struttura è collassata. Un foglio ritrovato dai vigili del fuoco nella cabina di manovra sarebbe determinante per la ricostruzione delle fasi della tragedia e delle sequenze del crollo. I consulenti del Politecnico e gli investigatori dei vigili del fuoco sono impegnati nello studio dei rottami e l’analisi dei parametri tecnici registrati dal data logger dell’autogru, una sorta di scatola nera.
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