Simona Minelli ha scelto la pagina personale di Facebook per rispondere con un video a vivogubbio.com che ha dato la notizia del suo voto contrario al documento del Consiglio delle Autonomie Locali dell’Umbria sulla proposta di legge regionale per le politiche familiari presentata dalla Lega.
Ci permettiamo di osservare che avrebbe potuto scrivere alla redazione di vivogubbio.com, come nel più sano confronto democratico rispettando ruoli e funzioni, e saremmo stati ben felici di ospitarne la replica. Confidiamo che non sia cresciuta alla scuola politica di qualche predecessore amante delle tribune populiste e che peraltro – per dirla con una battuta – non ha fatto una “bella fine”.
L’assessore alle Politiche Sociali, in versione “tribuno del popolo”, ha mosso alcuni rilievi senza fare alcun riferimento al fatto di aver taciuto durante la videoconferenza, come si evince dal lungo verbale della riunione dove pure si sono registrati interventi per confrontarsi, riflettere e integrare le posizioni. Come mai non ha ritenuto di fornire nella sede istituzionale queste spiegazioni? In quella videoconferenza non c’erano potenziali elettori?
Non è peraltro dato sapere se l’assessore Minelli questa posizione l’abbia concordata con il sindaco Filippo Mario Stirati, tutta la giunta e la coalizione di maggioranza dal cui interno si levano continue critiche rispetto la qualità del suo operato da assessore (se nelle riunioni politiche o in aula consiliare non emerge il problema è di chi esterna in un modo e si comporta pubblicamente in un altro, non certo di chi lo riporta in tutta scienza e coscienza).
Ricordiamo come due eletti della maggioranza, Giovanni Manca e Giorgia Vergari del Gruppo Misto, abbiano chiesto la rimozione di Simona Minelli (o Valerio Piergentili) ritenendola inadeguata al ruolo (Stirati ha poi preferito sacrificare Oderisi Nello Fiorucci per consegnare il posto in Giunta a Rita Cecchetti)
E’ evidente il tentativo dell’assessore Minelli di adottare la linea del vittimismo, immaginando attacchi personali e soprattutto lasciando intendere aspetti personalistici, fino a evocare toni da battaglie femministe lontane per fortuna anni luce (potrebbe chiedersi come mai le sue colleghe Alessia Tasso e Rita Cecchetti non la buttano mai su questo piano come fa lei).
Giova anche ricordare come lo stesso assessore Minelli gestisca la Commissione Pari Opportunità come se fosse un circolo privato di amiche del dopocena tanto da aver tenute nascoste all’opinione pubblica (magari non alle sue amiche ed elettrici), il “caso” Giorgia Gaggiotti con relative dimissioni di Giorgia Gaggiotti e l’elezione del successore Lucia D’Acri. Questa visione personalistica e ideologica del ruolo è un fatto e non un’opinione.
C’è infine un passaggio oltretutto fuorviante nel video in cui spiega la vicenda: si rivolge al popolo della rete esplicitando sul ruolo datole dai cittadini: ci permettiamo di correggere la signora Minelli visto che il ruolo di assessore non gliel’hanno assegnato i cittadini ma il sindaco Stirati in base a normative di legge sugli incarichi fiduciari non espressione del voto popolare. Come dice il Marchese del Grillo, alias Alberto Sordi, nel famoso film di Mario Monicelli: “Se me freghi su questo, me freghi su tutto!”.
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