Il Pd regionale va verso il congelamento della posizione dei consiglieri comunali Giovanni Manca e Giorgia Vergari che si sono nuovamente tesserati con il partito dopo esserne usciti l’anno scorso per candidarsi al fianco del sindaco Stirati nella lista civica Liberi e Democratici contro il Pd. C’è un esposto dell’ex consigliere regionale Ubaldo Casoli, e prospettato anche da altri esponenti del partito eugubino, in cui si chiede la verifica dello status di Manca e Vergari (legati al viceministro e vicepresidente nazionale del partito Anna Ascani) alla luce dello statuto del Pd che non consente il tesseramento a chi si è candidato alle elezioni contro lo stesso Pd.
Manca
prende posizione: “Sono un semplice iscritto al Pd, ho sempre
creduto nella forza di questo partito di ricostituire un
centrosinistra unito.
Ovviamente non conosco l’elenco degli
iscritti e mi chiedo se in tale elenco fossero riportati i nomi di
Federico Panfili e Giordano Nuti candidati a Gubbio nel 2019 sulla
lista di Orfeo Goracci Gubbio rinasce libera, lista in opposizione
alla lista del Pd cittadino, credo che sarebbe opportuno agire anche
contro di loro: le regole devono valere allo stesso modo per tutti.
Anche perché nel caso specifico, non mi pare di ricordare che dai
medesimi sia stata fatta alcuna dichiarazione per allontanarsi dalla
scelta presa in precedenza. Aggiungo poi un altro particolare
curioso, tal Giordano Nuti, anche lui candidato nel 2019 sulla lista
goracciana, risulta a oggi essere sub-commissario dei Giovani
Democratici di Gubbio. La domanda sorge spontanea: messo a ricoprire
quel ruolo da chi? Sono state fatte delle consultazioni? Ritengo che
gli esempi da me portati, le incongruenze evidenziate e gli
interrogativi conseguenti, necessitino di risposte. Quanto da me
scritto è suggerito dalla profonda e sincera esigenza di chiarezza,
trasparenza e onestà intellettuale, non certo per alimentare
ulteriormente il clima di divisione che purtroppo abbiamo visto dove
ha portato. È chiaro a tutti che stiamo vivendo una fase molto
delicata, ma dovrebbe essere altrettanto chiaro che il nostro partito
può uscire dall’impasse e tornare a crescere solo attraverso il
contributo di ognuno di noi, animati da una reale volontà di
ricostruzione su basi solide. Impegno, senso di responsabilità,
condivisione e coerenza con i principi fondanti del Partito
Democratico, questi dovranno essere i nostri fari e credo che il
congresso possa e debba essere il momento in cui tutto ciò si possa
realizzare”.
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