L’associazione “Correreaperifiato, insieme contro la fibrosi cistica” ha donato al Centro regionale di fibrosi cistica dell’ospedale di Branca un clorurimetro per il test del sudore, esame di riferimento per la diagnosi di questa malattia genetica.
Erano presenti alla cerimonia Teresa Tedesco, direttrice del presidio ospedaliero comprensoriale e del Pou (Presidio ospedaliero unificato) dell’Usl Umbria 1, Guido Pennoni, direttore del reparto di Pediatria e del centro regionale di Fibrosi cistica, i fondatori dell’associazione Correreaperifiato Daniele Comodi (presidente) e Fabiola Pecci, Cecilia Ragni, in rappresentanza della società di calcio As Gualdo Casacastalda impegnata nella raccolta fondi itinerante a favore della Lega Italiana Fibrosi Cistica, ed alcuni operatori del reparto. I dottori Tedesco e Pennoni, nel ricevere il clorurimetro, hanno ringraziato con gratitudine l’associazione per la donazione dell’utile strumento e l’As Gualdo Casacastalda per l’impegno nella raccolta fondi
Correreaperdifiato è stata fondata nel 2017 con l’obiettivo di sensibilizzare ed informare quante più persone riguardo la Fibrosi Cistica, malattia genetica rara di cui è affetta Fabiola, che risulta ancora oggi molto poco conosciuta. In questi ultimi anni, grazie al sostegno e alla sensibilità di tantissime persone, sono già stati donati al centro regionale di Fibrosi Cistica umbro due Personal Computer, due saturimetri, un rilevatore di co2 e un macchinario per la PCR rapida. Inoltre, ha contribuito alla ricerca scientifica per più di 15.000 euro.
Il Centro regionale è parte integrante del reparto di pediatria, a cui afferiscono pazienti pediatrici ed adulti che provengono sia dall’Umbria che da regioni limitrofe. La fibrosi cistica colpisce in Italia circa 1 neonato su 2.500-3.000 nati vivi, con un’incidenza di circa 200 nuovi casi l’anno. È molto elevata la prevalenza dei portatori sani nella popolazione generale: 1 portatore sano ogni 25-27 persone. Oggi quasi 6.000 tra bambini, adolescenti ed adulti affetti da fibrosi cistica vengono curati nei centri specializzati in Italia. In Umbria sono circa 80 i soggetti affetti da questa patologia – più del 50 per cento adulti – e si ipotizza la presenza di 35.000 portatori sani.
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