Il maltempo è un lontano ricordo (le previsioni indicano almeno una decina di giorni di temperature sopra la media senza precipitazioni) e in piazza Quaranta Martiri si può finalmente procedere col sopralluogo alle piante ornamentali, messe a dura prova dai forti venti abbattutisi nel corso della giornata di lunedì 29 ottobre. Dopo la caduta di un albero, che solo per un puro caso non ha coinvolto i cittadini (in quel momento nessuno si trovava in zona), le verifiche e i sopralluoghi dei tecnici dovranno stabilire qual è lo stato di salute e la tenuta degli alberi. Incaricato di eseguire una sorta di “carotaggio” su 6/7 piante con uno strumento apposito è l’agronomo Fabio Cionco della cooperativa “Sopra il Muro”, chiamato a verificare stabilità e pericolosità delle stesse. “Premesso che per fortuna nel nostro territorio i danni sono stati davvero limitatissimi – commenta il sindaco Filippo Mario Stirati – mi preme sottolineare che la nostra principale preoccupazione è quella della incolumità dei cittadini, evitando danni a persone e cose. La prevenzione nel caso del nostro patrimonio arboreo cittadino ha funzionato, grazie agli interventi effettuati negli anni passati, soprattutto in via Perugina, via Leonardo da Vinci, viale della Rimembranza e nella stessa piazza Quaranta Martiri, con investimenti onerosi di manutenzione fra l’altro tutti a carico del bilancio pubblico”.
INDICAZIONI POSITIVE. “Ora per una valutazione attenta – aggiunge Stirati – è necessario un approfondimento da parte di tecnici professionisti. Indicazioni e valutazioni sono già arrivate da alcuni esperti, tra cui l’agronomo Ermanno Rossi della Comunità Montana “Alta Umbria” e il biotecnologo Alvaro Standardi dell’Università di Perugia, secondo i quali la salute delle piante sarebbe risultata abbastanza soddisfacente, anche se bisognosa di adeguati interventi di potatura, soprattutto per ridurre lo sviluppo delle chiome e l’altezza. Va tenuto presente che gli alberi non hanno una vita eterna ed esiste anche per loro la senescenza e il termine biologico. Ciò che va perseguito è un programma di reimpianto in sostituzione degli alberi soppressi ma va realizzato con specie idonee e autoctone, che appartengono alla natura nel territorio e non con esemplari, come il pino marittimo usato in passato, del tutto incongrui”.
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