La tesina di terza media di Nicola Antonioli Ferranti è diventata una storia da raccontare perché è riuscito a incontrare e conoscere uno dei protagonisti che ha trattato in modo speciale. Nel percorso interdisciplinare d’esame, alla scuola media “Mastro Giorgio-Nelli”, su “Lo sport come riscatto»”, partito dalla figura del fuoriclasse Pelè che l’ha ispirato, c’è un capitolo dedicato alla legalità in cui si racconta la storia di Simona Farina, che quando giocava con il Gubbio nel 2011 rifiutò 200mila euro per combinare una partita e denunciò il tentativo, aprendo un caso giudiziario tra i più clamorosi del calcio italiano.
“È stato emozionante incontrarlo e parlarci – dice Nicola -, la sua è una storia di coraggio che ho conosciuto e approfondito. Lo ammiro”. Oggi ha 15 anni e frequenta con buonissimo profitto il primo anno all’indirizzo Scientifico Sportivo del polo liceale Giuseppe Mazzatinti dopo essere uscito dalle medie con un bel 9 grazie anche a questa tesina.
“Gioco a pallone con l’Under 15 del Fontanelle – racconta -, esterno destro in difesa e a centrocampo. Partecipo al campionato regionale A2, ci allena da Salvatore Gnagni con il direttore tecnico Giorgio Bellucci. La tesina multidisciplinare nella parte sull’educazione civica unita allo sport come legalità è nata parlandone anche in famiglia. Papà mi ha consigliato la storia di Farina. Ho visto qualche filmato e casualmente in un ristorante l’ho riconosciuto, me l’ha presentato mister Bellucci e gli ho detto della tesina che poi gli ho fatto avere. Lui è rimasto contento. Mi ha colpito il suo gesto del 2011, non è caduto in tentazione, non si è fatto corrompere e ha denunciato. Ha avuto molto coraggio”.
Gli piace fare le esperienze, come stare in prima linea con tutto l’indirizzo sportivo in visita al Mapei Stadium-Città del Tricolore seguendo poi Sassuolo-Napoli in tribuna con il centinaio di studenti saliti a Reggio Emilia. Ha scritto volentieri di sport che “è molto importante da un punto di vista sociale, politico, medico, educativo”. Nel capitolo “Lo sport come legalità” ha ricostruito la vicenda di Farina che si era rifiutato di truccare Cesena-Gubbio di Coppa Italia.
“Da quel giorno – ha scritto Nicola – finì su tutti i giornali, in quell’anno fu il giocatore italiano più conosciuto all’estero”. Ha ricordato che l’allora commissario tecnico Cesare Prandelli l’ha invitato al raduno della Nazionale in vista di Euro 2012, poi in Inghilterra è stato riferimento per i giovani. Oggi è il direttore generale del Siena ripartito dai dilettanti toscani dopo l’esclusione dalla Serie C e tornato in D dopo una cavalcata fantastica con altri volti noto, l’eugubino Giovanni Pascolini preparatore dei portieri, gli ex rossoblù Lamberto Magrini allenatore e Simone Guerri direttore sportivo. Farina ha conquistato Nicola che del calcio ama fino in fondo la parte pulita che c’è.
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