È un bilancio decisamente in chiaroscuro quello della 37esima Mostra Mercato Nazionale del Tartufo Bianco di Gubbio e dei prodotti agroalimentari. Lo si era intuito già nelle ultime ore girando per gli stand di piazzale Arturo Frondizi, dove al netto di una presenza di pubblico un po’ inferiore alle attese è stata soprattutto la scarsa propensione alla spesa ad aver generato malumori tra coloro che hanno deciso di esporre i propri prodotti all’interno della struttura. A soffrire più di tutti sono stati gli standisti eugubini, i quali speravano in un afflusso maggiore di turisti per poter promuovere marchi e aziende che al contrario appaiono ormai ben noti al pubblico locale, intento piuttosto ad acquistare specialità di fuori regione. È il paradosso di una mostra che sembra essere diventata una vetrina per chi viene da fuori, non certo per le eccellenze del territorio che anzi ogni anno finiscono per assottigliarsi, tanto che molte aziende e produttori eugubini avevano declinato l’invito rivolto loro da Comune di Gubbio e Comunità Montana Alta Umbria a prendere parte come espositori negli stand della rassegna.
FORMULA FLOP. I guadagni davvero esigui e in generale la sensazione di scarsa promozione della mostra hanno suggerito ai commercianti eugubini di richiedere un tavolo di confronto con gli organizzatori, fissando un appuntamento nella mattinata di mercoledì 7 novembre negli uffici della Comunità Montana. Vogliono vederci chiaro coloro che hanno deciso di aderire al programma della mostra per capire di chi siano le responsabilità del progressivo impoverimento di un evento che è arrivato a contare poco più di una ventina di standisti (meno della metà locali), soppiantato nelle presenze e nel gradimento da eventi organizzati in altri territori dell’Alta Umbria (vedi Città di Castello) che a livello di promozione hanno ricevuto evidentemente molti più fondi e attenzioni, venendo abbondantemente annunciati sia sui media locali che su quelli di fuori regione. Un’edizione con incassi così risicati non era nemmeno nelle peggiori attese di coloro che hanno sposato la formula proposta con il ritorno di tutti gli stand in piazzale Arturo Frondizi, attratti anche dalla prospettiva di godere di 5 giorni pieni di esposizione proposti dal calendario. Evidentemente gli sforzi profusi non sono bastati a evitare un flop che torna a mettere in discussione quella mostra che solo una quindicina di anni fa era invidiata da tutta l’Umbria, ma che oggi sembra vivere davvero solo di ricordi.
PIACE L’ESPERIENZA. L’altra faccia della medaglia riguarda la buona riuscita degli eventi organizzati con il contributo delle associazioni locali, in primis La Medusa, Iridium, Host. Gli show cooking hanno attirato l’attenzione dei curiosi, merito anche della presenza di personaggi conosciuti a livello nazionale come Gennaro Esposito, Simone Rugiati e Valentina Scarnecchia, confermando in buona sostanza le parole pronunciate dall’assessore Oderisi Nello Fiorucci in sede di presentazione della mostra: “Stiamo assistendo a un cambiamento e l’intenzione è quella di andare verso un format che guardi sempre più al food e all’esperienza della tavola”. Avrebbero invece meritato più attenzione e pubblico i convegni promossi a margine della rassegna, non ultimo quello che ha ripercorso decenni di storia del tartufo a Gubbio, curato dal prof. Fabrizio Cece. A riprova che ormai funziona di più la formula “tavola e spettacolo” ed è probabilmente quella la direzione destinata a scrivere una nuova pagina della mostra a partire dagli anni a venire. Oppure, più semplicemente, a decretarne l’ineluttabile fine.
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