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Mons. Paolucci Bedini: “Sostare sotto la croce ci fa guardare le conseguenze del male”

Mons. Paolucci Bedini durante la celebrazione della Passione in Cattedrale

La Cattedrale rifulge di luce propria, baciata dal sole che irradia Gubbio e che fa da sfondo a un venerdì santo più cupo e triste del solito. Nella celebrazione della Passione di Nostro Signore, mons. Luciano Paolucci Bedini apre il cuore agli eugubini e rivolge loro parole di sostegno riprendendo quanto predetto dal profeta Isaia e quanto riportato nella lettera agli Ebrei. La sua meditazione è un invito a superare le difficoltà e le proprie paure in un tempo di profondo dolore, guardando a Cristo come la luce da seguire. “Ci fa bene sostare sotto la croce di Gesù e guardare sul suo volto le conseguenze del male – afferma nell’omelia – e conoscere di nuovo, contemplando il suo corpo crocifisso, la violenza del male che si abbatte sull’umanità. “Uomo dei dolori che ben conosce il patire”, dice il profeta Isaia. Nella Passione che Gesù vive sulla croce c’è tutto il male del mondo. La missione che gli è stata affidata dal Padre è stata quella di riscattare ognuno di noi. Con il sacrificio di sé Gesù ha condiviso ogni sofferenza e ogni morte: nella croce c’è un cuore aperto, spaccato dall’amore, che in ogni tempo, ancora oggi, accoglie il dolore del mondo per strapparlo dalla vita di ogni uomo. È terribilmente concreta l’attualità di queste parole nei giorni di dura prova che stiamo vivendo, mentre un grande male ci accomuna e ci tocca da vicino. Eppure Egli è stato trafitto per le nostre colpe, schiacciato per le nostre iniquità,  per le Sue piaghe noi siamo stati guariti. In quelle mani crocifisse sono inchiodate per sempre tutte le conseguenze del male e dei nostri peccati, ogni abuso dei potenti sui poveri, dei grandi sui piccoli, dei giovani sugli anziani, ogni violazione dell’armonia con il creato, ogni diseguaglianza che mette l’uomo contro l’uomo, violando la fraternità universale. Noi subiamo la morte: non siamo capaci da soli di difenderci dal male e dai suoi tentacoli. Invece Gesù ha disarmato la morte, consegnandosi ad essa volontariamente per amore nostro e in obbedienza alla volontà del Padre. È entrato dentro la sofferenza e l’ha superata affinché non fosse per noi l’ultima parola per la nostra vita. Accostiamoci con piena fiducia al trono della grazia, che è la croce di Gesù, per ricever misericordia e trovare grazia, così da essere aiutati al momento opportuno”.

PROSSIMI APPUNTAMENTI. La celebrazione in Cattedrale, priva di fedeli così come previsto dalle disposizioni CEI, ripercorre le tappe della Passione di Gesù Cristo con la lettura del Vangelo di Giovanni. Accanto a mons. Paolucci Bedini ci sono i sacerdoti don Andrea Svanosio, don Edoardo Mariotti, don Fabricio Cellucci e don Pietro Benozzi, oltre al cerimoniere don Mirko Orsini, al diacono Mirko Nardelli, al ministrante Edoardo Pifarotti e a due sorelle del Piccolo Testamento di San Francesco, addette al ruolo di lettrici. La funzione è stata trasmessa in diretta streaming sui canali social della Diocesi di Gubbio, dove domani sera a partire dalle 21,30 verrà proposta anche la Veglia Pasquale, sempre in diretta dalla Cattedrale, mentre domenica mattina la Santa Messa di Pasqua verrà officiata dalla Basilica di Sant’Ubaldo (ore 10). Per cause di forza maggiore si tratta degli unici appuntamenti ufficiali della Settimana Santa dopo l’annullamento della Processione del Venerdì Santo e di tutti i riti connessi.