La Giunta Stirati, nel tentativo di coltivare il consenso elettorale dei comitati ambientalisti che contrastano l’uso del Css nei cementifici eugubini autorizzato dalla Regione sulla base delle normative nazionali e le indicazioni a livello europeo, ha deciso di monitorare la qualità dell’aria in aggiunta ai controlli già garantiti da Arpa Umbria attraverso cinque centraline dislocate sul territorio comunale. I primi dati sono stati ufficializzati a metà aprile 2022 rivelando aria buona e situazione rassicurante. Il Comune di Gubbio aveva evidenziato per l’occasione, a fronte di una spesa di 173mila euro presi dal bilancio, che i rilevamenti sarebbero proseguiti nell’arco dell’intero anno solare, anche per individuare la variabilità legata alla stagionalità su 20 siti che vanno da Mocaiana a Fontanelle, a Cipolleto, alla zona Aldo Moro a Ghigiano, coprendo ampia parte del territorio comunale. Al termine delle indagini era stata prospettata la fornitura delle mappe di distribuzione spaziale degli inquinanti con la produzuione delle stime del potenziale ossidativo prodotto.
Non si hanno notizie dei rilevamenti proseguiti durante il 2022. In certi ambienti si pensa che i dati possano essere ancora rassicuranti perché in caso contrario l’Amministrazione Comunale avrebbe dovuto avvertire la città e assumere eventuali determinazioni. Viceversa, il silenzio per taluni potrebbe essere invece sintomatico del fatto che le forze politiche di maggioranza – soprattutto i Liberi e Democratici (LeD), movimento civico del sindaco Filippo Mario Stirati, da sempre impegnato nel continuo duello per il bacino elettorale con l’ala della sinistra radicale di Orfeo Goracci – temono che la conferma della sostanziale salubrità dell’aria eugubina, nei parametri di legge e in relazione pure ad altri territori dell’Umbria, possa aprire un dibattito sui soldi pubblici spesi, compresi quelli per il ricorso al Tar di cui attendono il pronunciamento.
Nell’accordo è previsto che la relazione venga consegnata entro 6 mesi dal termine delle attività di campionamento, ma con le pressioni e continui allarmismi dei comitati ambientalisti e della sinistra radicale goracciana è discutibile che in presenza dei dati si debba attendere tutto questo tempo, tanto più che i primi rilevamenti avevano fornito un quadro rassicurante.
A metà aprile 2022 i primi rilevamenti hanno evidenziato come non vi siano criticità. A Gubbio si respira un’aria buona e la situazione è complessivamente rassicurante secondo il primo quadro emerso dal piano di monitoraggio della qualità dell’aria finanziato e fortemente voluto dall’amministrazione comunale, affidato attraverso convenzione al Dipartimento di biologia ambientale dell’università la Sapienza e al Cnr. Il quadro non stupisce e non smentisce i report delineati nel corso degli anni da Arpa. I dati del nuovo monitoraggio, stati presentati ai consiglieri comunali membri della Commissione speciale sull’ambiente, fanno riferimento a due differenti campagne, effettuate a partire dal mese di ottobre 2021 a metà gennaio 2022, per un totale di 6 settimane di durata per ciascuna, e riguardanti 20 postazioni sparse su tutto il territorio comunale. Le mappe evidenziano una qualità dell’area omogenea su tutto il territorio, con l’eccezione di una zona, quella nei pressi dell’Aldo Moro con una maggiore presenza di polveri probabilmente a causa di alcuni cantieri edili. Altri elementi di criticità sottolineati dalla professoressa Silvia Canepari del Dipartimento di biologia ambientale de La Sapienza riguardano la combustione dei caminetti a legna e le polveri dei freni delle automobili lungo le maggiori vie di comunicazione. Lo scopo delle analisi in generale è quello di fornire dati integrativi e complementari a quelli che vengono già effettuati dalle centraline Arpa.
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