Si è visto riconosciuta la malattia professionale di mesotelioma pleurico che prospetta un risarcimento, poiché esposto per anni all’amianto, il sessantunenne eugubino tutelato dall’Osservatorio nazionale amianto (Ona onlus) e nello specifico con riferimento alle sole attività di muratore e idraulico per il periodo di esposizione dal 1981 al 1987, non collegate alla funzione di autotrasportatore dipendente di una ditta di trasporti.
La precisione viene dalla direzione regionale Inail per l’Umbria rispetto all’esposizione per anni all’amianto attraverso polveri e fibre inalate nell’abitacolo di guida provenienti dal vano motore e dal sistema frenante di cui ha parlato Ona.
“Il lavoratore ha svolto attività alle dipendenze di imprese edili – spiega in una nota ufficiale il direttore regionale Inail, Alessandra Ligi – occupandosi anche del montaggio di tetti e canne fumarie in cemento amianto. Solo e soltanto per questo periodo Inail ha ritenuto che esistessero le condizioni di esposizione personale a fibre aerodisperse”.
La vicenda era stata resa nota con un intervento dell’avvocato Ezio Bonanni, presidente di Ona, che nel portare avanti le ragioni del sessantunenne aveva parlato di “iniziale negazione da parte di Inail del riconoscimento di patologia professionale», facendo anche riferimento a una «copiosa documentazione tecnica e giuridica a dimostrazione dell’esposizione ad amianto degli autotrasportatori e conducenti di mezzi pesanti, almeno per quei mezzi prodotti entro il 20 aprile del 1993. Questo riconoscimento – aveva evidenziato Bonanni sul caso – dà voce ai tanti lavoratori autotrasportatori e artigiani che sono deceduti per mesoteliomi, tumori polmonari, asbestosi e altre malattie asbesto correlate”.
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