Luca Barilari, di solito dal Pd si esce a tre mesi dal voto, com’è successo anche nel 2014: come mai lei ha fatto la mossa proprio adesso?
“La mia scelta è maturata nel tempo per diversi motivi. Dopo il congresso di un anno fa speravo che nel Pd potesse nascere un nuovo corso, invece l’azione del nuovo gruppo dirigente è stata blanda con comunicati mai seguiti dai fatti. Se penso che la più grande forza politica di centrosinistra come primo atto, proposto dal nuovo segretario Smacchi, ha discusso la cittadinanza onoraria del vescovo Ceccobelli, ciò significa non avere conoscenza dei problemi dei cittadini. Ho spesso sottolineato la scarsa incisività del sindaco Stirati su lavoro e sviluppo economico: la maggioranza per tutta risposta ha alzato le tasse al massimo. Anche l’Istat ha certificato che siamo la città più povera dell’Umbria”.
Cosa rimprovera in particolare al Pd?
“E’ impossibile sviluppare, non solo a livello locale, un progetto serio e concreto che vada incontro alle esigenze della gente. Il rinnovamento che tanto era piaciuto agli italiani non si è compiuto, perciò il partito si è sgonfiato. Purtroppo le persone che gravitano nel Pd sono li da decenni, non intendono confrontarsi e neanche far crescere i giovani”.
Si è candidato nel 2017 alla segreteria provinciale: cos’è successo da allora a oggi al punto di rompere?
“La situazione un anno fa era ridicola e il declino del partito era già iniziato. Per evitare questo, con un gruppo di ragazzi giovani e meno giovani si è provato a dare l’alternativa sfidando l’asse Bocci-Marini. E’ stata una campagna congressuale bellissima, con il fervore tipico dei giovani. Poi, ho dovuto constatare una vera e propria latitanza. L’assemblea provinciale si è riunita solo due volte”.
Dove sbaglia il Pd regionale e nazionale?
“Il Pd nazionale ha sbagliato tutto e il Pd regionale è il responsabile principale della disaffezione degli umbri verso il partito. La Regione non pensa più alla gente, in Umbria si favoriscono pochi grandi commercianti causando la resa di tanti piccoli produttori. Questo viene confermato dalla latitanza di prodotti Dop, guarda a caso quelli con maggior restrizione sulla produzione, mentre volano invece i prodotti Igp. Bisogna creare una rete di piccoli produttori di grande qualità e non rincorrere i grandi gruppi”.
Pensa che il Pd sarà alleato di Stirati nel 2019?
“Questo è un altro motivo per cui sono uscito dal Pd. Ho sempre fatto opposizione in maniera seria e costruttiva trovandomi in disaccordo nella maggior parte degli atti votati e il tempo mi ha dato ragione. Questa amministrazione ha fatto molti errori nelle poche scelte. Nel Pd eugubino una ristretta cerchia ha deciso di parlare con Stirati per tornare al governo della città, magari strappando un posticino. In piazza Oderisi non si è mai fatta un’analisi sull’operato dell’attuale amministrazione e non si è mai sviluppato un progetto per il futuro, cose necessarie per avviare un’alleanza. Le scelte si fanno a Perugia e con qualche politico di Comuni limitrofi”.
Il suo futuro sarà ancora nel centrosinistra?
“In questo quadro politico si è tutti disorientati. I miei valori politici oggi sono sempre legati al bene della città prima ancora che a un colore o a un’aggregazione politica”.
Potrebbe essere attratto dal Movimento 5 Stelle o dal centrodestra?
“Potrei analizzare la loro politica e gli intenti. Non devo fare scelte immediate, di sicuro continuerò in Consiglio Comunale a impegnarmi per gli eugubini”.
Secondo lei Goracci si ricandiderà a sindaco?
“Goracci ha fatto il suo corso”.
Quale direzione prenderà la città?
“Spero che si vada verso un’amministrazione seria e più trasparente, che agisca per il bene dei cittadini. Confido che sia un laboratorio di progetti condivisi con gli eugubini. Con Stirati si è toccato il fondo della negatività. Non è stato nemmeno chiesto di inserire Gubbio tra le realtà in crisi e da questo emerge la latitanza di Stirati e Smacchi”.
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