Ex Novelli a Spoleto, i lavoratori avranno dieci giorni di tempo per decidere se esercitare il diritto di prelazione. All’indomani dell’aggiudicazione provvisoria del ramo uova, ceduta al quarto tentativo di vendita per 5,5 milioni di euro, è forse questo l’unico aspetto tecnico inequivocabile che emerge tra indiscrezioni, rimpalli, ipotizzati equivoci e mezze informazioni. Perché sulla natura dell’operazione e sul ruolo dei lavoratori restano ancora molti aspetti da chiarire. Ne parla il Messaggero in un articolo di Ilaria Bossi nell’edizione di oggi, venerdì 23 settembre.
Una giornata a dir poco convulsa, in cui non sono mancati i colpi di scena. A svelare il nome della società che sarebbe protagonista dell’operazione è stato in serata il Comune, nella convocazione della conferenza stampa in programma oggi, venerdì 23 settembre: “Gianluca Fondacci, amministratore della Società Agricola Tartufi e Funghi di Gubbio sarà presente insieme all’avvocato Andrea Migliarini e alla dottoressa Susanna Bugiardi, consulenti della società”. Della possibilità che si trattasse di un’azienda agricola eugubina operante nel settore alimentare era trapelato anche in mattinata, ma non erano seguite conferme. Con l’avvocato Migliarini che aveva presa tempo, spiegando che il suo assistito sarebbe uscito allo scoperto soltanto al termine di alcune formalità che erano ancora in atto.
Il sindaco Andrea Sisti ha annunciato in Consiglio Comunale che “i dipendenti del gruppo Novelli si sono costituiti in cooperativa e hanno avuto l’assegnazione (del ramo uova) in via provvisoria. E’ una bella notizia, in quanto si tratta di dipendenti che hanno creduto e credono nel loro lavoro e che rilevano un’azienda in crisi da tempo”. Una comunicazione istituzionale che ha sollevato più di una perplessità e ai consiglieri comunali che hanno chiesto chiarimenti il sindaco ha rinviato all’incontro di oggi: “Saranno i lavoratori a divulgare il loro progetto”.
Quindi l’operazione è stata condotta da un imprenditore umbro o dai lavoratori? L’avvocato ha chiarito che, in casi come questi, è nel diritto dei lavoratori dell’azienda fallita esercitare la prelazione, ovviamente mettendo sul tavolo l’importo di aggiudicazione, nel caso Novelli 5,5 milioni, più ulteriori disponibilità finanziarie. L’intenzione dell’acquirente è però quella di coinvolgere i lavoratori, riassorbendoli tutti e dando loro le garanzie mancate in questi anni.
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