Iniziativa di 24 ceraioli di Sant’Antonio che hanno scritto al proprio Capodieci, Andrea Tomassini, al decano del Senato del Cero, Piero Pascolini, rivolgendosi a tutti i santantoniari. Sono favorevoli a un’edizione straordinaria della festa dei Ceri l’11 settembre e si stanno facendo promotori di una raccolta firme, naturalmente verificando le condizioni di gestione della pandemia trasformata da un problema sanitario in un dramma socio-economico.
La lettera è firmata da Giordano Acciaio, Matteo Bartolini, Emanuele Bedini, Raffaele Bocci, Alessandro Cappannelli, Giordano Cipiciani, Nicolò Fiorucci, Emanuele Francioni, Filippo Fumaria, Francesco Gaggi, Matteo Lanuti, Daniele Martinelli, Mattia Martinelli, Andrea Pellegrini, Jacopo Pellegrini, Fabio Pierini, Lorenzo Ragni, Luca Ragni, Simone Ragni, Matteo Rughi, Lorenzo Sannipoli, Marcello Sebastiani, Alessio Tognoloni, Matteo Urbanelli.
“Siamo un gruppo di amici santantoniari – scrivono – col cuore in lacrime, come tutti, per le recenti rinunce che abbiamo dovuto sopportare. E’ difficile esternare in una lettera certi sentimenti, vi preghiamo di prendere queste poche parole come una semplice e passionale esternazione, forse sgrammaticata ma viscerale, scaturita da un profondo sguardo dentro i nostri cuori. Abbiamo piacere di condividere con voi alcune nostre riflessioni sull’argomento che negli ultimi giorni sta facendo discutere la comunità ceraiola. Avremmo ovviamente preferito argomentare in taverna le nostre posizioni, come sempre si è fatto, ma purtroppo siamo chiamati a rinunciare anche a questo; pertanto, abbiamo deciso di farlo così, in un modo che ha poco a che fare con le maniere tramandate da chi ci ha preceduto… ce ne scusiamo, ma è l’unico modo che abbiamo trovato. Per parte nostra, saremmo lieti di poter tornare a vivere la Festa appena possibile. In questo contesto straordinario, non ci sembra fuori luogo assumere una decisione straordinaria. Non stiamo scrivendo per fare proseliti. Noi stessi ci siamo chiesti tante volte, a partire dallo scorso anno, se celebrare la Festa in altra data possa essere la cosa giusta da fare. Abbiamo trovato una risposta positiva a questo interrgativo e vogliamo condividerne con voi le ragioni. Non si tratta assolutamente della mera volontà di tornare sotto la stanga. Il nostro comune sentimento va ben oltre… c’è la voglia di tornare a vedere un anziano commuoversi al passaggio del cero, c’è la preoccupazione di come la comunità ceraiola si stia abituando con rassegnazione all’assenza della Festa; c’è il rammarico di vedere come la discussione si sia concentrata esclusivamente sulla data, quando in realtà il rischio del vero stravolgimento lo correremmo se facessimo perdere ai giovani gli anni più importanti della loro adolescenza ceraiola, lasciando indebolire il loro sentimento e, quindi, il futuro stesso della Festa. In questo senso, consideriamo fondamentale lo svolgimento della festa dei Ceri mezzani e piccoli tanto quanto quella dei Ceri grandi. “Tranquilli che ‘n altr’anno li famo” ce lo siamo già sentito dire lo scorso anno e la paura di dovercelo sentir dire di nuovo invano ci terrorizza. Siamo dunque disposti a pensare di fare i Ceri a settembre piuttosto che correre il rischio di non farli ancora per anni. Chiaramente, ciò presuppone condizioni sanitarie favorevoli, che permettano di vivere la Festa come sempre; sarebbe un ottimo modo per voltare pagina e decretare la fine di un periodo difficile; e forse anche l’occasione per tornare a vivere l’essenziale nella Festa. Non vogliamo – ci preme farvelo sapere – che la Festa dipenda dalle sole condizioni sanitarie; desideriamo fortemente farla solo a patto che lo spirito ed il sentimento ceraiolo siano vivi a settembre come il 15 maggio. Che “i Ceri enno ‘l Quindici” lo sappiamo ma, dopo aver sopportato due Quindici maggio senza Ceri, non pensiamo di ledere la tradizione nell’augurarci un settembre con i Ceri. E non ci prendete per matti: ce lo auguriamo anche noi di tornare a farli il Quindici. Noialtri semo per falli, e come ha detto Don Armandino: “Guardate che i Ceri ‘n ve cercono!”.
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