Erano passate per Gubbio Maria Soledad e Alicia Munoz. Storia di oltre quattordici anni fa. Adesso sono diventate famose perché false religiose, ricordando come nella loro parentesi eugubina agitarono la vita quotidiana delle Clarisse di via Perugina.
Ora sono tornate a prendersi la scena perché trasferitesi a Trevi, nel Lazio in provincia di Frosinone, non intendono lasciare la casa parrocchiale messa a loro disposizione una decina di anni fa dall’allora parroco, don Alberto Ponzi.
La resistenza è scattata quando la parrocchia ha richiesto di rientrare nella disponibilità dell’immobile per le esigenze del nuovo parroco, don Pierluigi Nardi. La posizione delle due, alle quali si è aggiunta nel frattempo una signora novantenne, che sarebbe la madre di una di loro, non ha ceduto neppure di fronte all’interruzione di luce e gas, che risale a luglio, e alle sollecitazioni di monsignor Vincenzo Loppa, vescovo di Anagni-Alatri che include Trevi.
La vicenda sta avendo grande risonanza mediatica e ha portato ad appurare che le due sono abusive non soltanto come inquiline ma anche come suore. La spagnola Maria Soledad e la colombiana Alicia Munoz avevano chiesto di entrare nel monastero eugubino delle Clarisse per intraprendere la vita consacrata, ma nel 2008 con l’allora vescovo Mario Ceccobelli, non vennero ritenute dall’Ordine religioso idonee per questa scelta.
Quel diniego finì per scatenare una bufera intorno e dentro il monastero Buon Gesù delle Clarisse Cappuccine Sacramentarie. Nella notte del 2 giugno 2008, insieme a suor Chiara (Maria de Jesus) che ne seguiva la formazione, ci fu la fuga di Soledad e Munoz dal monastero e a seguire la denuncia con pesanti accuse nei confronti della superiora, tra cui la mancata restituzione, quindi il furto, di una cassetta contenente gioielli per un milione di euro, oltre a quelle di una vita conventuale non proprio da clausura. Si ricorda il clamore mediatico in quei giorni con le clarisse e l’intera Chiesa eugubina coinvllte. Le accuse si rivelarono infondate: il pubblico ministero Mario Formisano del tribunale di Perugia chiese nel 2012 l’archiviazione della denuncia dopo memorie ed esposti, audizioni, accertamenti e confronti. Nel monumentale complesso di via Perugina la vicenda è stata archiviata e dimenticata. Ora la vicenda di Trevi.
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