Le cementerie Barbetti e Colacem, con una lettera a firma di Antonella Barbetti e Carlo Colaiacovo, intervengono sulla questione del cosiddetto ecodistretto promosso dal sindaco di Gubbio, Filippo Mario Stirati, al quale è indirizzata la missiva oltre che per conoscenza al presidente della Regione, Donatella Tesei, al presidente della Provincia di Perugia, Luciano Bacchetta, al presidente e al direttore generale di Confindustria Umbria, Antonio Alunni ed Elio Schettino.
Nella conferenza stampa di questa mattina, il sindaco Stirati e il vicesindaco assessore all’Ambiente Alessia Tasso hanno ricondotto tutto al Css senza fare riferimenti ad altri aspetti fortemente inquinanti sul territorio, a cominciare dalla discarica di Colognola che viene considerata da molte parti e ormai da lunghi anni un vero “bancomat” per il Comune visti gli introiti derivanti dal conferimento dei rifiuti da ogni dove a fronte di un accertato esaurimento del sito e con ripetuti esposti e denunce da parte dei residenti della zona. L’impressione è che sul tema ambiente si inseguano posizioni ideologiche e di un fronte politico ben connotato con vecchi personaggi della politica sempre pronti a strumentalizzare con visioni parziali e senza alcuna competenza in materia.
Le due cementerie vanno oltre. “Nei giorni scorsi – è scritto nella lettera datata 9 gennaio – le società Barbetti e Colacem sono state invitate dal sindaco Filippo Mario Stirati e dall’assessore all’Ambiente Alessia Tasso a una videoconferenza sul cosiddetto ecodistretto, coinvolgendo l’Amministrazione Regionale, Provinciale, gli Enti di Controllo (Usl, Arpa), l’Auri, il Comitato No Css, l’ISde. L’obiettivo dichiarato è avviare un progetto di studio per certificare lo stato di salute della nostra qualità della vita in relazione ai diversi fattori di pressione ambientali presenti nel nostro contesto. La informiamo che a rappresentare le due società del cemento e l’intera realtà industriale del territorio ci sarà Confindustria Umbria nelle persone del direttore generale Elio Schettino e del responsabile ambiente e sicurezza Andrea Di Matteo. Sindaco, lei sa molto bene quanto le nostre aziende siano da sempre impegnate sui temi ambientali, non facendo filosofia ma agendo con investimenti, ricerca, professionalità e manifestando concretamente ampissima apertura al dialogo e confronto con chiunque. Quindi, bene analizzare, approfondire, implementare progetti per conoscere lo stato di salute di un contesto. Le ricordiamo che questo va fatto con capacità e grande attenzione, con le redini salde in mano alle istituzioni e agli enti di controllo deputati, poiché cavalcare fake news o prestare il fianco a spinte irrazionali e populiste crea problemi, anche alla stessa idea di democrazia, come ben sappiamo. Il suo lodevole intento di conoscere con maggiore profondità le matrici ambientali del territorio eugubino si scontra in tutta evidenza con contraddizioni sulle quali la invitiamo a riflettere. Da moltissimi anni ben cinque centraline Arpa monitorano ogni giorno il territorio di Gubbio in merito a polveri fini (Pm 10 e 2,5), metalli, Ipa, No2, So2, e diversi altri inquinanti. I dati, disponibili sul sito dell’Arpa Umbria, sono visibili a tutti. Ci sfugge il motivo per il quale l’Amministrazione Comunale di Gubbio non li abbia mai voluti prendere in seria considerazione, ricercando evidentemente altro. I report di Arpa sulla qualità dell’aria descrivono Gubbio città tra le meno inquinate dell’Umbria, dove il problema, se esiste, è concentrato sulle emissioni da riscaldamento domestico (quasi il 90 per cento del totale). Le criticità su terreni e falde sono riconducibili a ben noti fatti di cui la stampa a più riprese ha dato contezza, vedi la discarica di Colognola. Per tale motivo colpisce che a questa videoconferenza non siano stati inviati i rappresentanti delle attività artigianali, dell’agricoltura, del traffico veicolare, chi si occupa di riscaldamenti domestici, chi gestisce le discariche (non solo Auri) e così via. Invitare solo due aziende, che di fatto rappresentano meno del 5 per cento dell’eventuale problema, potrebbe generare dubbi sull’esistenza di un pregiudizio che siamo sicuri non esista.vInoltre, per rappresentare più compiutamente le sensibilità ambientaliste sarebbe utile allargare la cerchia, che lei oggi ha perimetrato in modo così restrittivo, ad altre organizzazioni senza verità già costituite.vNon vorremmo che a Gubbio la difesa dell’ambiente sia per qualcuno un modo di demonizzare l’industria e il suo ruolo rilevante nel progresso della città e del Paese. Le ricordiamo, infine, che il settore del cemento rappresenta una quota molto significativa del Pil e dell’occupazione del nostro comprensorio”.
Hai domande?
Trovaci sui social o Contattaci e ti risponderemo il prima possibile.