Il quarto pari nelle prime 5 gare stagionali lascia un po’ l’amaro in bocca in casa eugubina. Proviamo a sintetizzare in cinque punti cosa hanno detto i 90’ della sfida tra Gubbio-Fano.
1- Il calcio è un gioco semplice: basta fare un gol in più degli avversari per prevalere e portare a casa la vittoria. Cosa che a questo Gubbio, finora, non sembra riuscire troppo: appena 3 reti in 5 gare, due pari a reti bianche al “Barbetti” dove la porta avversaria sembra essere stregata, o addirittura più piccola rispetto alle reali dimensioni. Una squadra come quella di Sandreani che prova sempre a fare la partita e che produce diverse opportunità da gol finora sta denotando una mancanza di incisività che non può dar adito a qualche preoccupazione. Mancanza di cattiveria o di lucidità da una parte, un pizzico di sfortuna dall’altra (vedi la traversa colpita da Lo Porto). Per fortuna almeno che la difesa comincia a mostrarsi solida e piuttosto difficile da penetrare. Ma il problema del gol è sotto gli occhi di tutti.
2- Con Casiraghi nel ruolo di trequartista tutta la manovra ne ha beneficiato. Anche se non è ancora arrivata quella benedetta vittoria invocata a più riprese, il 4-3-1-2 sembra essere diventato il modulo di riferimento di un Gubbio che riesce ad esaltarsi grazie alle giocate del suo fantasista. Questo comporta un adattamento “necessario”, vale a dire Casoli nel ruolo di mezzala, quindi un po’ più lontano dalla porta. È una posizione nella quale l’esterno s’è abituato a giocare nel corso della carriera e, per ora, appare la soluzione migliore nell’economia del gioco eugubino.
3- Il dogma di Notari rimane imprescindibile: 4 fuoriquota a partita, i contributi vengono prima di qualunque altra cosa. Sandreani così sta sperimentando soluzioni attingendo a piene mani ai suoi giovani: con Campagnacci frenato da problemi alla schiena, la scelta è ricaduta su Vincenzo Plescia, classe 1998, 9 reti nella passata stagione al Roccella, in Serie D, e accreditato sin qui di tre spezzoni di partita prima del debutto dal 1’ contro il Fano. S’è mosso bene e ha fatto capire di poter essere una valida alternativa anche a Marchi, qualora al capitano dovesse prendere un raffreddore. Una risorsa in più che apre la porta anche a un centrocampo un po’ più “esperto” dove ha ritrovato posto anche Malaccari, spesso sacrificato proprio sull’altare dell’utilizzo dei giovani.
4- Al “Barbetti” era da un po’ che non si vedeva così tanta gente. Abbondantemente sopra quota 1.000 (i dati ufficiali parlando di 1.242 spettatori, ma tengono conto anche della quota abbonati per intero, e si sa che molti abbonati che ricevono la tessera omaggio dagli sponsor in una stagione al campo non li vedi praticamente mai…), dato aiutato certo dalla sfida sempre sentita col Fano. Il calore del pubblico eugubino rimane un elemento troppo importante per una squadra che mai come in questo momento ha bisogno del sostegno del pubblico amico. E gli applausi tributati a fine gare a Marchi e compagni dimostrano che l’impegno messo in campo è stato apprezzato. Considerando la fama di un pubblico esigente come quello eugubino, tradizionalmente avvezzo alla critica facile e immediata, certamente un bel segnale di crescita e maturità.
5- Che poi il pubblico eugubino avrebbe anche un buon motivo per lamentarsi: la vittoria in casa manca dal 16 dicembre 2017, cioè dall’1-0 alla capolista Padova firmato in pieno recupero da Burzigotti. Quando il Gubbio tornerà al “Barbetti” mercoledì 17 ottobre, ospitando nel secondo turno infrasettimanale la Fermana (ore 18,30), saranno passati 10 mesi esatti e ben 305 giorni da quel successo. A memoria si ricorda un solo digiuno più prolungato di vittorie sul terreno amico: 316 giorni dal 29 aprile 1995 (Gubbio-Arezzo 2-1) al 10 marzo 1996 (Gubbio-San Marino 2-1), gara quest’ultima passata alla storia anche per la “colletta” che a fine partita venne fatta tra i tifosi per sostenere economicamente i giocatori, che da tempo non percepivano più rimborsi per via delle vicissitudini della proprietà Drago. Dovesse andar male con la Fermana, il Gubbio avrebbe un’altra chance per evitare di ritoccare il triste record nella gara di domenica 21 ottobre contro il SudTirol (ore 14,30). Altrimenti la storia verrà riscritta, ma dalla parte sbagliata.
Hai domande?
Trovaci sui social o Contattaci e ti risponderemo il prima possibile.