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Lampade votive al cimitero, monta la protesta dopo le ultime disposizioni. Ora si accorge anche la politica

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Montano proteste e polemiche sul cartello affisso, con tanto di sfondone ortografico, sui cancelli di qualche cimitero del territorio, su tutti quello centrale di via del Crocefisso, che impone entro aprile di rimuovere le lampade votive a batteria e con mini pannelli solari obbligando all’allaccio alla rete elettrica chi vuole lasciare la luce sulle tombe dei propri cari.

E’ stata promossa una raccolta di firme per chiedere la revoca della delibera del Consiglio Comunale numero 13 del 15 febbraio 2022 e c’è indignazione tra i cittadini per un provvedimento che punta soltanto a fare cassa nella ricerca continua di soldi da parte dell’Amministrazione Comunale travolta dalle “storiche” voragini contabili del Puc di San Pietro, la discarica di Colognola e la società partecipata Gubbio Cultura e Multiservizi Srl.

Le proteste sono diffuse in ogni dove, soprattutto sui social, e anche la politica si è accorta dopo aver trattato la faccenda tra i muri di palazzo Pretorio senza annunciare pubblicamente il provvedimento e le posizioni. La minoranza si sveglia sull’onda dell’umore popolare e la maggioranza per ora tace tra gli imbarazzi e le riflessioni sulla possibile retromarcia.

Arriva puntuale l’intervento degli autoinvestiti capopopolo di palazzo Pretorio che in qualche caso, anche per in consumato “mestiere”, azionano la leva di politici di lotta e di governo a seconda delle situazioni pur facendo parte dello stesso alveo politico.

Si fa sentire Orfeo Goracci che con un ordine del giorno chiede la revoca della famigerata delibera. L’ex sindaco evidenzia che “si è presa una delibera che vale solo per poche realtà cimiteriali”, ricordando “che i cimiteri aperti a Gubbio sono più di trenta e che in molti di questi, quelli della periferia del territorio, non si sa cosa sia la corrente elettrica”. Fa riferimento alla motivazione: “Nei cimiteri serviti da pubblica illuminazione, molti cittadini si sono dotati di strumentazione diversa da quella fornita dall’ente, ciò comporta un minor gettito di entrata” (testuale da verbale della prima commissione dell’8 febbraio 2022), che addirittura non può essere uniforme all’interno dello stesso cimitero del capoluogo dove centinaia di cari sono sepolti sotto terra (quindi senza allaccio alla rete elettrica”. Goracci riferisce che questa scelta impone “un pagamento non così insignificante come viene superficialmente detto”.

Il gruppo consiliare della Lega, con Michele Carini e Sabina Venturi, ha scelto lo strumento della mozione. “Da anni – scrivono i due consiglieri leghisti – molti cittadini si stanno organizzando da soli, con l’esplicita volontà di ridurre le spese familiari eliminando le costose bollette dell’energia elettrica, per mettere sulle tombe dei propri cari delle lampade in grado di funzionare autonomamente ad importi oltremodo esigui”. La Lega ricorda di aver votato contro il nuovo regolamento per il servizio di illuminazione votiva dei cimiteri.

Il consigliere Angelo Baldinelli del Gruppo Misto (ex Lega ed ex Forza Italia), ha invece presentato un’interrogazione alla Giunta Stirati per chiedere come “vengono spesi i proventi relativi alla gestione dei cimiteri comunali, anche quelli relativi alla vendita dei loculi e delle concessioni per la costruzione delle cappelle gentilizie, e come vengono impegnate le spese desunte dal bilancio di previsione 2022-2024 del servizio necroscopico cimiteriale”.