Si può tifare una squadra a quasi duecento chilometri di distanza senza prima aver mai visto neanche la città. È la storia di Matteo Fedini, trentaquattrenne di Sesto Fiorentino, che appassionato di calcio fin da piccolo ha avuto un amore sportivo a prima vista guardando il Gubbio affrontare la Sestese nel posto in cui vive. Era il 14 dicembre 1997, penultima giornata del girone di andata nel girone E della Serie D. Trasferta toscana fortunata per quel Gubbio, vincente con un gol di Felice Parisi e che con Leonardo Acori in panchina avrebbe trionfato dopo un duello memorabile con la Narnese di Claudio Tobia.
Da allora, e aveva 8 anni, non si è perso una mossa del Gubbio che con la Sestese, oggi in Promozione, condivide il rosso e il blu colori della maglia. La sua passione è speciale perché non ha legami di sangue. Gioisce quando il Gubbio vince, com’è accaduto contro la Torres: “Ho visto in tv una partita perfetta – racconta -, ho apprezzato soprattutto grinta e concentrazione. Mi aspettavo la reazione dopo la brutta sconfitta con il Sestri Levante. Il derby col Perugia ci ha mandato un po’ in confusione, ma le prospettive sono tornate incoraggianti. Il quinto posto è consolidato e si può provare a riprendere il Perugia”.
Quando può si presenta al “Barbetti” con la famiglia: “Torno sempre volentieri, di sicuro lo farò per i playoff”.
I suoi ricordi: “Mi portò allo stadio mio nonno Vittorio, rimasi folgorato dai colori e da quella squadra che giocava bene. Sono diventato tifoso del Gubbio e lo sarò per sempre. Colleziono gli almanacchi e nel 2000 sfogliandolo ho trovato il numero di telefono della sede. Parlai con Mario Marcheggiani, il Marullo, e in seguito mi sono sentito. Ho conosciuto Mario e la sua famiglia, purtroppo nel 2019 se n’è andato lasciando un vuoto. Con Mario è nata una bella amicizia, sono venuto tante volte a Gubbio, ho seguito le partite anche fuori. Ho parecchi dvd”.
Il presente: “Questa squadra mi convince. Dove può arrivare? Penso in alto, nonostante tre sconfitte consecutive. Un momento chiave è stato vincere a Rimini, ci ha fatto cambiare passo. Vediamo cosa può succedere nelle ultime quattro giornate”.
La sua galleria dei calciatori: “Il più forte da quando la seguo è Juanito Gomez, mentre oggi reputo insostituibile Mercadante perché garantisce equilibrio ed è un valore aggiunto”.
Cosa pensa di Braglia toscano come lei? “È un grande allenatore, basta vedere la sua carriera. È schietto, dice le cose che pensa e sono contento che sia con noi. In queste due stagioni ha portato il Gubbio a una buona classifica. Il migliore della storia resta Vincenzo Torrente, spero che un giorno torni. Voglio fare un plauso al direttore sportivo Davide Mignemi che in questi tre anni ha portato tanti giovani bravi alla ribalta. Con il presidente Sauro Notari, Mignemi e Braglia il Gubbio occupa stabilmente le prime posizioni e non è poco per la piazza”.
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