Si intitola “La città storica tra visioni, progetti e azioni. Un dialogo fra Europa e America Latina” il convegno di Ancsa che si sta tenendo da questa mattina (venerdì 16 giugno) a Firenze, all’Auditorium Giovanni Spadolini, e al quale prende parte da remoto anche il sindaco di Gubbio e presidente dell’Associazione Nazionale Centri Storico Artistici, Filippo Mario Stirati.
L’appuntamento prende spunto dagli esiti del Premio Gubbio che Ancsa dal 1990 promuove in Italia e dal 2009 anche nell’America Latina e Caribe grazie a una speciale sessione e sarà l’occasione per tornare a ridiscutere di tecniche, politiche e modalità di gestione che Europa e America Latina hanno promosso e sviluppato per la tutela e valorizzazione delle città storiche. L’evento sarà inoltre l’occasione per attribuire uno speciale riconoscimento alla figura intellettuale di Eusebio Leal Spengler (1942-2020) Historiador dell’Habana.
Due le sessioni del convegno: la prima, “Gestire la città storica: politiche e risorse”, con interventi di architetti, urbanisti, studiosi ed esperti italiani e cubani, avrà come focus le modalità di gestione delle città storiche, sempre più considerate soggetti fragili dentro alle continue sfide globali: dal turismo di massa ai cambiamenti climatici, dalla pandemia all’invecchiamento degli abitanti. La seconda sessione ha per titolo “Progettare la città storica: contesti e prospettive” e ospiterà, tra le altre, la relazione dell’architetto urbanista argentina Estefania Airaldi.
“Già con le Carte di Gubbio – spiega Stirati – nonché con il Decalogo Ancsa del 2017, è stata messa in luce la necessità di affrontare il progetto del centro storico e del paesaggio innanzitutto come mezzo per la conoscenza del “territorio storico”. Tenere assieme residenza, artigianato, attività di pregio, deve rientrare in una nostra facoltà di incidere come sindaci, un’involuzione in altro senso rischia di snaturare le città storiche. I processi degenerativi vanno assolutamente evitati, e il compito di Ancsa deve essere proprio quello di costruire soluzioni che dovrebbero passare anche per una legge nazionale, aperta a un confronto vasto e partecipato. Il concetto di centro storico, con tutte le sue peculiarità e le sue esigenze, sta scomparendo dal confronto pubblico e dalla produzione legislativa. Occorre ripartire dai fondamentali”. Il presidente dell’Ancsa vede i presupposti per un movimento simile a quello che nel 1960, sfociando nella Carta di Gubbio, diede linfa alle basi culturali della tutela delle città storiche: “Non è immaginabile che il tema sia lasciato a una minoranza, deve attraversare il mondo intellettuale. L’Italia è il Paese dei centri storici, si tratta di un’originalità materiale e sociale, è una questione da rilanciare nei dibattiti nazionali ed europei. Il nostro Paese può diventare un faro. Ci vuole coraggio e spessore da parte delle classi dirigenti, non è solo un problema del Parlamento e del Governo ma anche della società civile e del mondo economico”.
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