L’avvocato Francesco Gagliardi, già consigliere comunale, è intervenuto nel dibattito sull’incenerimento dei rifiuti: “Ho letto le determinazioni a cui è pervenuto il Consiglio Comunale di Gubbio sul tema dei rifiuti e devo registrare la totale confusione, oltre che le colpevoli amnesie della politica locale. La prima considerazione da fare è che oggi, in questo istante, Gubbio è la pattumiera dell’Umbria, in quanto nella discarica di Colognola vengono interrati gran parte dei rifiuti regionali. L’Amministrazione Comunale in carica, con il chiaro obiettivo di fare cassa, ha aumentato la capienza della discarica, già dichiarata satura anni fa. La seconda considerazione da fare riguarda i centri di potere decisionale. L’Amministrazione in carica non ha ottenuto alcun ruolo sostanziale nel costituito Auri, nonostante Gubbio stia pagando un prezzo enorme in termini di inquinamento ambientale: fuori dai tavoli che contano, rimangono solo le chiacchiere. La terza considerazione tiene conto del fatto che l’emergenza rifiuti in Umbria è frutto di decenni di mala gestione e di mala politica: lo ricordasse il Pd, a cui l’Amministrazione eugubina è cromosoticamente legata, quando fa il grillo parlante dai banchi dell’opposizione in Consiglio Regionale. A proposito di grilli, il Movimento 5 Stelle governa il Paese e dunque se ritiene dannosa la legge Clini, che disciplina la produzione e l’utilizzo del Css, la abroghi o la modifichi a suo piacimento. Comprendo come siano più facili le lacrime di coccodrillo sparse sui territori. Da ultimo, ma non per importanza, getto uno sguardo sulle ragioni che hanno spinto le due aziende eugubine ad avanzare la richiesta di autorizzazione: l’ottenimento dei certificati verdi per un minor impatto ambientale nelle immissioni di Co2. La domanda a cui dare risposta, dunque, è questa: la direzione tracciata va verso un maggiore o minore inquinamento? Serve una risposta tecnica, non ideologica. Serve un’informazione seria per la comunità perché la salute è un bene di tutti, nessuno escluso. Serve non dividersi in moderni guelfi e ghibellini”.
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