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Il sindaco Stirati e il tavolo dei Ceri studiano il modo per omaggiare il patrono

I Ceri in piazza Grande

Il sindaco di Gubbio, Filippo Mario Stirati, e il tavolo dei Ceri sono intervenuti con una nota sulle prospettive per il 15 e 16 maggio anche alla luce delle tante esternazioni sui social e idee che vengono avanti da più parti su come vivere comunque i giorni della festa. “Con la consapevolezza – riporta la nota – di vivere un momento storico eccezionale a livello planetario ed essere soggetti a privazioni di libertà personali e di comunità proprie dell’attuale stato di necessità, il sindaco di Gubbio, il vescovo e il tavolo dei Ceri condividono con la comunità eugubina il lavoro che si sta conducendo passo dopo passo. Le istituzioni e le componenti ceraiole si fanno interpreti sensibili di riflessioni ed indicazioni provenienti dal vasto e ricco mondo dei ceraioli, ponendosi in ascolto di quanto sta emergendo nella storia inedita e straordinaria che stiamo vivendo. L’unico obiettivo del lavoro in corso è far sì che i prossimi 15 e 16 maggio siano caratterizzati da un corale, solenne e vissuto omaggio a Sant’Ubaldo. Se da una parte il decreto adottato in data odierna dal sindaco di Gubbio in qualità di primo responsabile dell’ordine pubblico e della sicurezza, impedisce di vivere la massima espressione civica di tributo al Patrono cioè la festa e corsa dei Ceri, dall’altra non possiamo privarci di vivere nel cuore e nei segni che saranno possibili un momento di profondo raccoglimento, riflessione e devozione a Sant’Ubaldo. Oggi come non mai, è essenziale che la comunità eugubina abbia una storica possibilità di riscoprire le radici della festa intesa come supremo omaggio al suo defensor civitatis. Si ritiene che si debba lavorare per presentare atti di devozione autentici e sentiti che comprendano momenti religiosi solenni ed altri segni di tributo civico che sarà possibile organizzare senza intaccare la tradizione e la storia della Festa dei Ceri. Infatti la nostra festa è unica come rito, unica come spirito e non replicabile in forme riadattate o convertite. Il continuo confronto con la Diocesi e le componenti ceraiole da parte del sindaco non va infatti nella direzione di trovare una surroga o una festa supplente al rito festivo che da secoli Gubbio dona a Sant’Ubaldo. Non è possibile evitare il divieto di assembramento e il distanziamento sociale visto che anche dopo il 3 maggio sarà obbligatorio. Stiamo verificando, gesto per gesto, le iniziative che Gubbio potrà compiere per rendere solenne e aulica l‘offerta a Sant’Ubaldo. Con la premura di evitare la parcellizzazione della festa con azioni fuori contesto e di far perdere solennità ed esclusività al secolare rito festivo, si sta esaminando ogni segno che può essere fatto in base alle norme vigenti di un quadro emergenziale che ricordo è mondiale. In maniera corale e sinergica si sta approfondendo e ipotizzando la possibilità di imbandierare la città, di far suonare il Campanone, di portare un simbolico saluto ai ceraioli defunti e presso il Mausoleo dei 40 Martiri e altre azioni civili e religiose che la storia ci ha consegnato e che nel tempo sono state offuscate dal ritmo incalzante dell’era moderna quali, per esempio, un tributo di luminarie che coinvolga la città in maniera omogenea ed ordinata. Non avremo la Festa dei Ceri nel 2020, non ci sono belle o brutte copie da poter mettere in campo né forme sintetiche o essenziali da adottare ma c’è lo spirito di devozione e rispetto a Sant’Ubaldo che va alimentato attraverso una città vestita a festa e desiderosa di raccogliersi intorno al patrono per il quale vive un anno in un giorno. Si auspica pertanto che il 15 e il 16 maggio diventino una tappa essenziale della storia eugubina capace di raccogliere la possibilità di entrare in profondità nelle radici della festa e di dare ancora più importanza al perché si festeggia con allegrezza e non al come lo si fa. Con questo spirito è stata accolta con entusiasmo la ferma volontà del vescovo di confermare gli appuntamenti religiosi tradizionali e più sentiti quali la Novena e il Pontificale che saranno organizzati e condivisi nelle forme possibili, oltre ad altri segni profondi che la Diocesi sta proponendo al tavolo dei Ceri. Non ci faremo trovare impreparati di fronte a un passaggio storico”.