Il giorno dopo la Festa dei Ceri senza Ceri è di una tristezza disarmante e di fortissima preoccupazione. Oggi è il giorno della preghiera e della meditazione, nel giorno che il calendario cristiano riserva al patrono Sant’Ubaldo. Resta però quanto è successo ieri, fin dal mattino, con gli assembramenti e le iniziative temerarie a San Martino, con tanto di lancio di palloncini e foto di gruppo, e proseguite in modo ancora più eclatante nel pomeriggio in corso Garibaldi tra l’affollamento inaudito e le tensioni, le liti e i gomiti alzati per l’alcol. Ci sono video e foto che testimoniano scene di pura follia che nulla hanno a che vedere con la sobrietà e la correttezza dei comportamenti raccomandati ripetutamente nei giorni precedenti. A nulla sono valse, all’atto pratico, le ordinanze del sindaco, un po’ come quando si è trattato dell’ordinanza sul divieto di salire sul muretto di piazza Grande e di quella puntuale sul divieto di vendita degli alcolici. Se non si fanno applicare rigorosamente senza se senza ma, le ordinanze restano enunciati di principio utili soltanto, al limite, per salvaguardare eventualmente i rappresentanti istituzionali.
SUMMIT D’URGENZA. Il sindaco Filippo Mario Stirati ha annunciato per oggi un summit d’urgenza con le forze dell’ordine, con l’intenzione di fare un bilancio di quanto accaduto ieri e per chiedere la mano dura nell’adozione di eventuali provvedimenti. Le tensioni hanno coinvolto in corso Garibaldi anche i vigili urbani, con atteggiamenti in momenti concitati da oltraggio a pubblico ufficiale che dovranno essere valutati. Il timore più che fondato adesso è che le scorribande e i banchetti, con gente che si è ritrovata in massa nelle case per fare festa, possa avere drammatiche ripercussioni nel contrasto al coronavirus. Stirati teme una ripartenza dei contagi e il rischio di dover trasformare Gubbio in una zona rossa. C’è oltretutto il caso dell’anziana risultata positiva al Covid-19 e ricoverata a Perugia con i protocolli immediatamente scattati per verificare la situazione di tutte le persone che sono entrate in contatto con lei nelle due settimane precedenti. Il nuovo caso costringe Stirati a tenere aperto il Coc (Centro operativo comunale), che aveva pensato di smantellare da lunedì prossimo visto che dal 7 maggio scorso non c’erano più problemi, pur tenendo alta la guardia, con i 78 casi (ora 79) archiviati (77 guarigioni e un decesso). Gli effetti dei comportamenti irresponsabili di ieri si vedranno nei prossimi 15 giorni col rischio che un solo contagiato asintomatico possa rappresentare un focolaio pericoloso con tutte le conseguenze.
GAGLIARDI ATTACCA. Ha preso posizione l’avvocato Francesco Gagliardi, che più volte aveva messo in guardia l’Amministrazione Comunale sulla gestione dei giorni tradizionalmente ceraioli: “Il peccato originale della follia collettiva vissuto a Gubbio – scrive Gagliardi – è nel principio di auto-determinazione che, sin dai primi giorni di aprile, è stato irresponsabilmente inculcato dalle Istituzioni tra la gente comune. In una nota trasmissione televisiva locale, il sindaco ha addirittura detto che nessuno può imporre nulla sui Ceri. Nel silenzio assordante di tutti i consiglieri comunali, sbandati e timorosi quando si parla della festa. Sono stati irresponsabilmente apparecchiati tavoli e sedie per pura smania di protagonismo, rimandate a dopo Pasqua decisioni scontate, elaborati programmi possibilisti. Tutto nel nome dell’auto-determinazione eugubina che ha raggiunto il suo culmine. Chi amministra la città deve assumersi la responsabilità di ammettere gli errori commessi. L’ultimo, in ordine di tempo, la proliferazione di sette ordinanze sindacali che hanno aggiunto confusione alla confusione, disegnando zone rosse come se dalle altre parti tutto fosse possibile. Emblematiche sono le immagini di piazza Grande blindata, come ordinanza ha voluto, e della gente accalcata lungo il perimetro limitrofo. Minacciare multe per le centinaia di persone assembrate nel centro storico di Gubbio suona come lacrime di coccodrillo”.
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