Importante incarico per il professor Luigi Girlanda, docente al polo liceale “Giuseppe Mazzatinti” presidente dell’associazione culturale Benedetto XVI, chiamato dalla prestigiosa scuola di formazione on line Schola Palatina a tenere un corso sulla Divina Commedia.
Da giovedì prossimo 8 settembre, il professor Girlanda entrerà a far parte a pieno titolo della scuola dopo la conferenza tenuta a Cagliari, lo scorso 4 giugno, presso la Società Internazionale Tommaso d’Aquino.
Schola Palatina è una piattaforma abbonamento che si propone l’obiettivo di offrire ai propri iscritti una formazione culturale in coerenza con i princìpi universali della legge naturale e cristiana, attraverso un catalogo di corsi e webinar fruibili live e in qualsiasi momento on-demand.
Su Schola Palatina è possibile accedere a lezioni, corsi, iniziative congressuali ed editoriali che offrano una garanzia di eccellenza, promosse da associazioni, istituti, fondazioni ed enti culturali che si ispirano ai medesimi princìpi. A tutti i partecipanti ai corsi vengono rilasciate le attestazioni di frequenza.
La Schola Palatina vanta la collaborazione di prestigiosi nomi del panorama culturale cattolico come Roberto de Mattei, Ettore Gotti Tedeschi, don Nicola Bux, Corrado Gnerre, padre Serafino Lanzetta, Carlo Manetti, Emanuela Marinelli, Cristina Siccardi, don Roberto Spataro, don Stefano Caprio e molti altri.
Il corso del professor Girlanda, articolato in quattro incontri settimanali, prende spunto da un passaggio dell’enciclica “In præclara summorum” di Benedetto XV, scritta in occasione del sesto centenario della morte di Dante Alighieri nel 1921, in cui si legge: “In questo poema, conformemente alla rivelazione divina, risplendono la maestà di Dio Uno e Trino, la Redenzione del genere umano operata dal Verbo di Dio fatto uomo, la somma benignità e liberalità di Maria Vergine Madre, Regina del Cielo, e la superna gloria dei santi, degli angeli e degli uomini. Ed emerge che una sapientissima mente governa in tutto il poema l’esposizione di questi e di altri dogmi cattolici”.
“Il pontefice allora regnante – spiega Luigi Girlanda – lamentava allora come nelle scuole pubbliche il poema spesso non arrecasse quel nutrimento spirituale che lo stesso Dante intendeva dare ai suoi lettori, dato che, oggi come ieri, l’insegnamento “laico” non sempre conosce e fornisce i presupposti dottrinali su cui il Sommo Poeta ha eretto tutto il suo immortale lavoro”.
Questo corso, lontano dai tecnicismi scolastici pur importanti e utili ma che finiscono spesso per appesantire la lettura e la comprensione del pensiero di Dante, punta a mettere in luce con un carattere volutamente divulgativo ma non superficiale l’impianto dottrinale squisitamente cattolico che plasma praticamente ogni terzina della Divina Commedia.
“Attraverso dei piccoli carotaggi tra i vari canti dell’Inferno, il corso si limita necessariamente alla prima cantica, si cercherà di fornire – osserva il professore – quelle conoscenze dottrinali sulle quali purtroppo la scuola sorvola, arrecando grave danno alla comprensione autentica del capolavoro di Dante”.
È assai deplorevole – scriveva Papa Benedetto XV – il sistema ufficiale odierno di educare la gioventù studiosa come se Dio non esistesse e senza la minima allusione al soprannaturale. Poiché sebbene in qualche luogo il poema sacro non sia tenuto lontano dalle scuole pubbliche e sia anzi annoverato fra i libri che devono essere più studiati, esso però non suole per lo più recare ai giovani quel vitale nutrimento che è destinato a produrre, in quanto essi, per l’indirizzo difettoso degli studi, non sono disposti verso la verità della fede come sarebbe necessario”.
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