Gli alunni delle classi quarta C, quinte A, B e C moduli e tempo pieno del Primo Circolo Didattico all’Edificio Scolastico di via Perugina, con il dirigente Fabio Morelli, il direttore dei servizi generali amministrativi Agnese Costantini e gli insegnanti hanno incontrato questa mattina (martedì 1 ottobre) una delegazione del Gubbio calcio con il direttore sportivo Alessandro Degli Esposti, i calciatori Giacomo Rosaia e Giacomo Venturi e il responsabile della comunicazione Massimiliano Francioni.
L’iniziativa coinvolgerà anche altri istituti scolastici per l’intero anno scolastico, come comunicato dal club rossoblù.
L’insegnante, giornalista e tifoso Simone Zaccagni ha raccontato sui social la mattinata: “Ho avuto il piacere di introdurre e moderare l’incontro. I bambini erano circa 60 e all’inizio ho chiesto quanti di loro seguissero il Gubbio e hanno alzato la mano in 6; poi ho chiesto quanti di loro andassero a vedere il Gubbio e ha alzato la mano uno solo. La prima riflessione che ho fatto è stato immaginare me scolaro con un’iniziativa del genere: ad esempio Cacciatori e Cocciari ospiti della mia scuola. Secondo me la direttrice all’epoca avrebbe dovuto chiamare le forze dell’ordine per tenerci tutti a bada: all’epoca infatti in una classe di 20 alunni almeno 15 ci ritrovavamo allo stadio la domenica e tutti conoscevamo le vicende del Gubbio, che peraltro non stazionava nemmeno nelle categorie professionistiche. Oggi i bambini conoscono la formazione dell’Al Nassr o seguono il campionato statunitense, per non parlare di Liga e Premier League, ma non sanno nemmeno che a Gubbio c’è una squadra professionistica. Però i nostri ospiti sono stati molto bravi a raccontare se stessi bambini, con le loro delusioni e le loro difficoltà, i momenti critici, quasi la voglia di abbandonare. Tanto da entrare negli animi dei partecipanti, e alla fine addirittura l’incontro è stato così appassionante che i bambini si sono messi in fila per chiedere l’autografo a questi due giocatori dei quali fino a un’ora prima ignoravano l’esistenza. Insomma l’iniziativa del Gubbio ha colto nel segno, perché ormai siamo in un’epoca in cui il calcio di provincia ha perso quel suo appeal che aveva qualche decennio fa. Perciò non sono più tifosi che vanno a cercare la squadra, ma è la squadra che deve andare a scovare i propri tifosi. Chissà che tra i bambini della Matteotti non si nasconda qualche futuro tifoso appassionato o magari, un giorno, un calciatore del Gubbio”,
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